C’è un fuoripista che mai avrebbe pensato potesse tradirlo. Michael Schumacher, sette volte campione del mondo di F1, non è scivolato su una chiazza d’olio o finito sull’erba oltre l’asfalto, ma ha impattato contro il destino più tragico nella coltre di neve bianca e ingannevole. La neve non battuta, che attrae in modo irresistibile ma può diventare fatale. Schumi, come tanti altri appassionati delle vallate imbiancate, vittima di una caduta fatale, che lo ha portato a impattare con il capo la roccia. In modo talmente violento che, come sottolineato dai soccorritori e dai medici dell’ospedale di Grenoble dove è ricoverato in stato di coma, senza casco non sarebbe sopravvissuto. Sottoposto a un delicato intervento chirurgico al cervello, Schumacher è in coma farmacologico artificiale per limitare la crescita della pressione intercranica. Le lesioni sono gravi nonostante indossasse il casco, la situazione è stabile ma critica, in quanto sono presenti lesioni cerebrali diffuse. La vita del campione automobilistico, 45 anni il 3 gennaio 2014, è segnata inevitabilmente. Nulla sarà come prima. C’è da pensare innanzitutto alla sopravvivenza e al recupero delle facoltà cerebrali e motorie. Il mondo degli sportivi, ma non solo, si è stretto intorno a Schumacher e alla sua famiglia. Si prega e si spera che l’epilogo di questo terribile incidente sia meno drammatico di quanto prospettato nelle prime ore.
Ulteriori, successivi approfondimenti sulla drammatica sequenza dei fatti avrebbero accertato che Schumacher non sarebbe caduto durante un fuoripista spericolato, ma avrebbe perso l’equilibrio mentre tentava di soccorrere la figlia di un amico che era caduta. Il campione tedesco sarebbe uscito dalla pista battuta per incanalarsi sulla neve fresca per una ventina di metri allo scopo di aiutare la bambina a rialzarsi.
Purtroppo quanto capitato a Schumi non è che un monito ulteriore a chi ama praticare il fuoripista. Non se ne conoscono mai abbastanza e fino in fondo i rischi e quel che, sci ai piedi, appare morbida neve da solcare può diventare un’insidia enorme. I tracciati curati e battuti tengono gli sciatori e gli amanti dello snowboard a debita distanza da ostacoli contro cui si potrebbe rovinare in caso di caduta. Non così lontano dagli impianti. Dove, peraltro, permane nel corso della stagione invernale il pericolo di valanghe e slavine. Troppi ne fanno le spese e il bollettino si allunga ad ogni weekend. Di questo passo, con la voglia di provare l’ebbrezza dell’estremo, al nome di Michael Schumacher, nella lista dei meno fortunati, se ne aggiungeranno, ahinoi, altri.