Il derby d’Italia tra Juventus e Inter è un atto di conferma delle attuali gerarchie: bianconeri devastanti, efficaci su ogni palla, forti di una qualità superiore in ogni elemento; nerazzurri approssimativi, poco incisivi e con geometrie prevedibili, incapaci di esprimere spinta e penetrazione offensiva. Il 3-5-2 di Conte è una macchina quasi perfetta, il 3-5-1-1 di Mazzarri un progetto che non si concretizza. Il risultato di questa marcata differenza è un secco 3-1 che non ammette discussioni. La Juve ci mette un quarto d’ora a fare centro con un assist in profondità di Pirlo per Lichtsteiner che aggira Kovacic e in tuffo di testa infila il pallone nell’angolo più lontano. Potrebbe segnare prima se Handanovic non eseguisse nei primi minuti due miracolose respinte su tiri scagliati da Tevez da distanza ravvicinata. La squadra di Conte resta padrona del campo e tiene in pressione l’Inter che solo al 40’ in contropiede costruisce un’azione pericolosa e Palacio si ritrova sul destro la palla del possibile pareggio ma calcia oltre la traversa. L’avvio del secondo tempo è terrificante per l’Inter. Dopo meno di due minuti la difesa di Mazzarri viene aggredita con un’azione tambureggiante e Chiellini risolve schiacciando in fondo alla rete il pallone con grinta da rugbista. Al 10’ la zampata vincente di Vidal mette a nudo l’approssimazione del reparto arretrato dell’Inter. Sotto di tre reti, Mazzarri gioca il tutto per tutto e affianca Milito a Palacio. Conte, invece, deve rinunciare a Barzagli, infortunato e sostituito da Caceres e a metà ripresa, su azione da corner, Rolando di sinistro rasoterra accorcia le distanze. La gara, che poteva dirsi chiusa, si ravviva. Nell’Inter entrano Botta e D’Ambrosio al posto di Kovacic e Jonathan. L’ex laziale Hernanes, invece, resta a guardare. Nella Juve escono Lichtsteiner, avvicendato da Isla, e Llorente che lascia il posto a Vucinic, chiamato ad affrontare la squadra nella quale avrebbe dovuto giocare se si fosse realizzato lo scambio con Guarin. Al 40’: su torre di Milito, Palacio di testa a tu per tu con il portiere Storari manca alto di testa perdendo l’occasione per portarsi sul 2-3. Ma l’ultima emozione la regala Vucinic che in area controlla e colpisce la base del palo. Il montegrino è reintegrato a tutti gli effetti, anche sotto gli occhi di Osvaldo in tribuna. La Juve porta a casa i tre punti che rafforzano la leadership: 59 punti conquistati sui 66 in palio da inizio campionato. La Roma vede allontanarsi i bianconeri a +9 solo perché la gara dell’Olimpico fra giallorossi e Parma viene sospesa dopo circa 8 minuti per impraticabilità del campo e pioggia insistente. Partita da recuperare in data infrasettimanale, probabilmente a marzo. Il solo vantaggio per i giallorossi è poter schierare Nainggolan nel derby contro la Lazio. Alle spalle delle prime due le cose non vanno bene per Napoli e Fiorentina, sconfitti rispettivamente a Bergamo e Cagliari. La squadra di Benitez rimedia una sonora lezione dall’Atalanta che nel secondo tempo segna due volte con Denis e arrotonda con Moralez. Reti siglate con la pesante responsabilità del portiere Reina, di Inler e del difensore centrale Fernandez. Fase offensiva evanescente anche con l’ingresso in campo di Higuain, a giochi praticamente fatti. L’allenatore del Napoli opta per il turn-over, lasciando in panchina anche Hamsik e Insigne, ma le sue scelte vengono punite dall’Atalanta, che interpreta benissimo la tattica avversaria e gioca la partita perfetta. I viola, invece, perdono per effetto di un calcio di rigore trasformato da Pinilla. Si attendeva lo spunto dell’ex cagliaritano Matri, ma per un attaccante è difficile puntare la rete quando non arrivano palloni utili. Giudiziosa la partita dei sardi, accusati da Montella di gioco ostruzionistico. Il Verona si riporta al quinto posto andando a vincere sul campo del Sassuolo, a cui non va niente bene dal favoloso 4-3 contro il Milan. Gli scaligeri passano in vantaggio grazie a un autogol di Manfredini, poi arrotondano con Luca Toni. Solo nel finale la rete di Floro Flores per gli emiliani, che devono ancora assimilare la cura Malesani. Riprende la marcia la Lazio che, dopo l’eliminazione infrasettimanale dalla Coppa Italia, va a vincere al Bentegodi contro il Chievo con i gol di Candreva e Keita e una serie di splendide giocate e conclusioni a rete che potrebbero rendere più rotondo il risultato. Un buon modo per prepararsi al derby capitolino. Il Torino dà spettacolo a San Siro dove fa tremare il Milan segnando con Ciro Immobile, attaccante sempre più nel mirino del ct Prandelli. Padelli si oppone da campione alle conclusioni di Pazzini, unico a cercare con pericolosità e convinzione la rete. Il pareggio rossonero porta la firma del difensore Remi con un tiro deviato che spiazza il portiere. Seedorf ancora alle prese con problemi di quadratura e posizione in campo. La generosità di Kakà non compensa le ombre di Honda, per esempio. Nel programma della 22esima giornata due scontri per la salvezza. L’Udinese risorge a Bologna, dove passa con un calcio di rigore di Totò Di Natale e un gol in contropiede nel finale di Nico Lopez. Guidolin, ancora in corsa nella Coppa Italia, ritrova la squadra micidiale nelle ripartenze. Ballardini non fa mistero delle difficoltà dei felsinei, che restano una spanna sopra la zona retrocessione. Emenghara, doppietta e un rigore conquistato, è protagonista del pareggio, o sarebbe meglio dire mancata vittoria, del Livorno a Catania. Tre volte in vantaggio, i labronici vengono raggiunti puntualmente dai siciliani che si salvano con Almiron a pochi secondi dal 90’. Maxi Lopez esordisce e decide il derby della Lanterna.
Risultati 22a giornata: Bologna-Udinese 0-2 Cagliari-Fiorentina 1-0 Milan-Torino 1-1 Atalanta-Napoli 3-0 Catania-Livorno 3-3 Chievo-Lazio 0-2 Roma-Parma sospesa Sassuolo-Verona 1-2 Juventus-Inter 3-1 Genoa-Sampdoria 0-1
Classifica: Juventus 59 Roma 50 Napoli 44 Fiorentina 41 Verona 35 Inter Torino 33 Parma 32 Lazio 31 Milan 29 Atalanta Genoa 27 Sampdoria 25 Cagliari 24 Udinese 23 Bologna Chievo 18 Livorno Sassuolo 17 Catania 15