Volevamo la festa in campo e sugli spalti dell’Olimpico per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Lo volevano Papa Francesco, le due squadre e i rispettivi tifosi veri e appassionati di calcio, il popolo degli sportivi. Una partita giocata in un clima surreale, preceduta da fatti gravissimi accaduti in una zona lontana dallo stadio culminati nel ferimento con colpi di ama da fuoco di tre sostenitori partenopei (uno ridotto in fin di vita da un ultrà romanista noto per aver fermato un derby capitolino dieci anni fa), che hanno indotto i responsabili dell’ordine pubblico a ritardarne l’inizio di 45’, dopo aver ipotizzato addirittura di sospenderla. Come se non bastasse, dopo lunghe e tese trattative che hanno visto protagonista Hamsik a contatto con la curva dei tifosi del Napoli (capeggiata da un capopopolo con la scritta sulla maglia “Speziale libero”, al quale è stato chiesto di dare semaforo verde), da dove purtroppo sono partiti fumogeni e bombe carta che hanno ferito vigili del fuoco e steward, al momento dell’esecuzione dell’inno nazionale lo stadio è stato sommerso dai fischi. Un’onta che ferisce e lascia ammutoliti. Un disonore e una vergogna. Di questa pagina nera nel cielo della capitale resteranno i volti e gli occhi increduli e spaesati di centinaia di bambini tra i 65mila dell’Olimpico. Un pessimo spot per il movimento calcistico italiano e tutto ciò che lo contorna. Ma giocare si deve anche quando, forse, non si vorrebbe. La Fiorentina deve fare a meno di Cuadrado e si accontenta di tenere in panchina Pepito Rossi. Montella si affida al 4-3-1-2 con Aquilani, Pizarro e Vargas davanti al quartetto difensivo formato dai centrali Rodriguez e Savic e dagli esterni Tomovic e Pasqual, con Neto tra i pali. Borja Valerio avanzato a sostegno di Joaquin e Ilicic. La risposta di Benitez è nel 4-2-3-1 che vede Reina tra i pali, Henrique, Albiol, Fernandez e Ghoulam in difesa, davanti alla quale operano Inler e Jorginho. Higuain è il terminale offensivo, sostenuto dal trio di trequartisto formato da Callejon, Hamsik e Insigne, che vince il ballottaggio con Maertens. La scelta di Benitez si rivela felice, perché lo scugnizzo del rione San Paolo di Napoli segna una fantastica doppietta. Il primo gol arriva all’11’ a conclusione di una lunga discesa in ripartenza di Hamsik che apre per l’accorrente Insigne, autore di un tiro a giro che colpisce il palo interno e gonfia la rete. Al 18’ è Higuain a scattare sulla fascia destra e mettere al centro dove Insigne trova il pallone da scaricare in rete. I viola non pungono, ma riescono ugualmente ad accorciare al 28’ con Vargas che sfrutta un buco centrale difensivo. A fine primo tempo, su palla inattiva, Aquilani la mette dentro ma il guardalinee lo pesca in fuorigioco. Dopo l’intervallo la gara si mantiene aperta e in equilibrio sul piano del gioco e possesso palla. A due terzi di match Benitez richiama Hamsik, infortunato e provato anche dallo stress pre-gara, e lo avvicenda con Maertens. Nel contempo Callejon e Insigne invertono le fasce. A 20’ dalla fine cambiano i reparti d’attacco. Entra Pandev ed esce Higuain, alle prese con il risentimento del colpo alla caviglia subito nel match con l’Inter, e subito dopo Giuseppe Rossi, lontano dai campi di gioco da quattro mesi, prende il posto di Joaquin. La Fiorentina preme e il portiere napoletano Reina deve alzare oltre la traversa una bordata di Mati Fernandez. Sul fronte opposto Neto si oppone alla grande all’inserimento di Pandev che gli calcia addosso. Nell’ultimo quarto d’ora Callejon torna a destra e Insigne a sinistra. Al 34’ episodio chiave con Inler che, già ammonito, interviene da tergo in modo falloso su un avversario a centrocampo e viene espulso. Benitez corre ai ripari richiamando Insigne e inserendo Behrami per sostenere il centrocampo. Al 38’ fa il suo ingresso Matri al posto di Aquilani e un minuto dopo Ilicic, smarcato sulla destra dell’area partenopea da un assist di Giuseppe Rossi, calcia fuori dallo specchio della porta di Reina. La Fiorentina ci prova con Matri e Fernandez, entrambi fuori bersaglio. L’assalto finale nei 5’ di recupero non produce il pareggio sperato dai viola, ma il colpo del ko di Maertens che entra in area e di sinistro batte Neto. Finisce 3-1. La Coppa Italia 2014 prende la via di Napoli. I sostenitori della Fiorentina mostrano con orgoglio sciarpe e bandiere. Si alza il canto “Ohi vita, ohi vita mia”. Un inno che stona con i fischi violenti alle note di Mameli. Prima della consegna del trofeo, i sostenitori del Napoli invadono “pacificamente” il terreno di gioco. Qualcuno di essi non si accontenta di strappare il souvenir sportivo ai calciatori e si spinge sotto la curva opposta per schernire i sostenitori viola. No comment.