E’ufficialmente partita la gara ad inseguimento! Se nel calcio il Real Madrid ha finalmente sfatato la maledizione della “decima” con il successo nella ultima Champions League, ora bisognerà attendere il prossimo Roland Garros per capire se uno dei suoi tifosi più famosi, al secolo Rafael Nadal, riuscirà nell’impresa di eguagliarlo collezionando il decimo Roland Garros. Già pensare come lo spagnolo abbia centrato il nono successo (5o consecutivo-14o titolo Slam), fa capire l’entità di un’impresa sportiva davvero senza eguali. Non possiamo prevedere il futuro, ma di certo immaginare oggi un campione di siffatte capacità dominanti sulla terra rossa è davvero difficile.
La sfida con Nole Djokovic valeva non solo la Coppa dei Moschettieri, ma anche il primato nella classifica ATP, ora con Wimbledon in arrivo (primo turno lo scorso anno per Rafa, finale per Nole) il numero 1 del ranking sembra decisamente al sicuro. Così come deve essere sembrata al serbo la situazione dopo aver conquistato in 44 minuti il primo parziale (6/3) sotto un caldo quasi insopportabile (sfiorati i 30°). L’85% delle finale parigine si è conclusa con un successo di chi aveva lanciato la “Prima fuga”, ma questi numeri non contano nulla se dall’altra parte della rete c’è il “mostruoso” Nadal. La forza del possente Hulk, personaggio uscito dalla fantasia Marvel, è l’unica paragonabile a quella di un giocatore, che entra in una sorta di “Bolla di invincibilità” quando gioca su questi campi. Nole è un grande combattente, una specie di samurai che non molla un colpo, dedito in maniera maniacale alla preparazione di tornei e partite, ma piano piano anche il muro che ha tentato di erigere, viene sbriciolato senza mezzi termini.
Si riparte e dopo un primo break messo a segno e poi restituito, ecco la svolta: dal 5 pari nel secondo set, parte una raffica che porta lo spagnolo a segnare un parziale di 12 giochi a 4 con risultato che diviene chiaramente sbilanciato in proprio favore (3/6 7/5 6/2 4/2). Il serbo “boccheggia” alla ricerca delle ultime stille di energia, quasi a voler disperatamente aggrapparsi ad un’ultima forse flebile speranza. E ci riesce, torna a sperare raggiungendo il 4 pari nel quarto set. “Ora? se vado al quinto?posso farcela?” questi pensieri saranno forse passati nella sua mente quando si apprestava a servire per cercare di portarsi nuovamente in parità nel decimo gioco. Purtroppo la realtà si dimostra molto più dura dei sogni e l’ultimo doppio fallo lo condanna ad una resa, molto, troppo amara, come le lacrime scese durante la premiazione hanno testimoniato.
Si conclude una edizione che al di là delle tantissime sorprese, ha poi “partorito” una coppia di vincitori tutt’altro che inaspettata. Considerando anche i precedenti, chi avesse scommesso sulla fantastica accoppiata, non ha di certo sbancato il botteghino, ma se sono evidenti i segnali di un prossimo cambio di rotta nell’universo femminile (Bouchard, Petkovic, Muguruza in ordine casuale), non si vedono all’orizzonte reali pericoli per il duo che da qualche stagione monopolizza il tour maschile. Certo se Gulbis fosse sempre quello visto a Parigi, non gli si potrebbe mai negare un posto di rilievo nell’Olimpo dei campioni e se Murray troverà un buon feeling con il o meglio la nuova coach (Amelie Mauresmo), diventerà di certo un ostacolo non indifferente nei prossimi appuntamenti (Wimbledon, New York). Ma senza se e senza ma, restano ancora loro, Nole&Rafa il meglio che si può trovare attulamente su un campo da tennis.
Nota a margine per il tennis italiano, che vede sfumare anche l’ultima possibilità di successo, con la sconfitta in finale delle Chici (Errani-VInci) per mano dell’Orient-Express (Hsieh-Peng). Sconfitta piuttosto netta, nel punteggio (4/6 1/6) e nei fatti vista la netta superiorità delle avversarie di giornate, molto aggressive e precise. Poco male, a Wimbledon manca davvero poco e tira già aria di rivincita.
( commento di Luca Polesinanti )