La Mercedes torna a fare doppietta nel mondiale di F1, vincendo nel GP d’Austria sullo storico circuito di Zeltweg. Sesta vittoria in carriera per Nico Rosberg e ottavo podio stagionale e grazie alla sua continuità mantiene il comando della classifica piloti davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton, che gli arriva ancora alle spalle dopo aver preso il via dalla decima posizione causa un errore in qualifica e avuto uno spunto eccellente alla partenza riuscendo a guadagnare subito la quinta posizione. Felipe Massa al volante della Williams fa un capolavoro cogliendo la pole position dopo sei anni con a fianco il compagno di squadra Bottas e lasciando alle spalle Rosberg e la Ferrari di Alonso. Massa conduce nei primi giri, ma in gara la Williams sbaglia strategia richiamando ai box in ritardo i propri piloti, che devono lasciare il passo alle due Mercedes. L’ex ferrarista lascia il gradino più basso del podio proprio a Bottas, chiudendo quarto davanti ad Alonso, che fa un’ottima gara, ottenendo la migliore prestazione stagionale e riuscendo per alcuni giri addirittura a mantenere il comando, prima di fermarsi per il secondo cambio gomme. Un GP che conferma il primato dei motori Mercedes, montati dalle prime quattro vetture classificate. Tuttavia il dualismo in casa Mercedes è lampante. Rosberg e Hamilton si complimentano l’uno con l’altro nel parco chiuso, ma in modo freddo, e addirittura si ignorano sul podio, dove si suona il solo inno tedesco, per il vincitore e il costruttore. Neppure cin-cin con con lo champagne tra i due, separati dal rappresentante della Mercedes. Per una volta il dominio di Rosberg e Hamilton non è schiacciante, ma la supremazia non è in discussione. La Williams si dimostra veloce. La Red Bull in crisi al punto da umiliare il campione del mondo in carica, Sebastian Vettel, costretto a rallentare per un problema al cambio che poi, non si sa per quale motivo, riprende a funzionare. Vettel, dopo aver danneggiato l’ala anteriore, decide di preservare il motore e si ritira. Ricciardo non fa una gara all’altezza delle due possibilità. Quanto alla Ferrari, Alonso dà ancora il meglio di sé, ma Raikkonen chiude al decimo posto, a riprova che a Maranello c’è molto da lavorare. Soprattutto l’impressione è che il pilota finlandese non riesca a entrare in simbiosi con la macchina, che pure gli ha consentito in passato di diventare campione del mondo.