Marchionne, ghe pensi ti?

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Montezemolo-Marchionne-Ferrari-638x425Quando il paddock dell’autodromo di Monza ha cominciato ad animarsi alla vigilia del Gran Premio d’Italia, si è avuta netta l’impressione che la Ferrari si preparasse a completare la scrittura dei titoli di coda sul suo management. L’addio di Stefano Domenicali, il regista sull’asfalto nella buona e cattiva sorte dei risultati recenti della casa di Maranello in F1, era stata la premessa per un restyling in grande stile. La distanza accumulata dalla Rossa rispetto alle altre scuderie è tale da porre qualche interrogativo sulla capacità di esprimere uno staff di progettisti, ingegneri meccanici e maghi dell’aerodinamica, capace di mettere la macchina nelle condizioni di competere. I miracoli di Alonso in pista hanno coperto le lacune, ma se una seconda guida come Raikkonen (suo l’ultimo titolo mondiale nel 2008) non riesce ad arrivare al Q3, qualche domanda bisogna porsela. L’uscita di Marchionne al termine del summit economico di Cernobbio, contestuale alla bandiera a scacchi esposta sul traguardo di Monza, è sembrata una mossa ben studiata.
Luca Cordero di Montezemolo, che non resterà a lungo disoccupato essendo già in pole position per il vertice Alitalia, si è fatto ufficialmente da parte formulando la richiesta di lasciare la presidenza della Ferrari il 13 ottobre prossimo a conclusione del festeggiamento dei 60 anni del marchio di Maranello in America. Gli subentrerà l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. “Del futuro della Ferrari – ha dichiarato Marchionne in un comunicato – io e Luca abbiamo discusso a lungo. Il nostro comune desiderio di vedere la Ferrari esprimere tutto il suo vero potenziale in pista ci ha portato ad alcune incomprensioni che si sono manifestate pubblicamente nello scorso weekend. Voglio ringraziare personalmente Luca per quanto ha fatto per la Fiat, per la Ferrari e per me”. La replica di Luca Cordero Montezemolo riflette i canoni della separazione consensuale. “La Ferrari avrà un ruolo importante all’interno del gruppo Fca nella prossima quotazione a Wall Street e si aprirà quindi una fase nuova e diversa che credo giusto debba essere guidata dall’amministratore delegato del gruppo – dichiara il presidente uscente – Finisce un’epoca e ho quindi deciso di lasciare la presidenza dopo quasi 23 anni meravigliosi e indimenticabili, dopo quelli passati a fianco di Enzo Ferrari negli anni Settanta”.
Fatta salva la preoccupazione di salvaguardare il prestigio del marchio Ferrari nel continente nordamericano, dove la Fiat vive la sua seconda esistenza, e presentarsi con le giuste credenziali a Wall Street, quel che c’è da fare in officina e sui circuiti di F1 è ben altra cosa. Si tratta di ridisegnare la macchina conservandone le caratteristiche di affidabilità e riconsegnando il propulsore ai suoi fasti di potenza e durata. L’accoppiamento con l’assetto aerodinamico è la vera sfida della nuova era delle monoposto di F1.

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