Ecco la Roma che cinicamente fa la corsara in quel di Bergamo rimontando l’Atalanta e mettendo pressione alla Juve. Due ore e mezzo di condominio in vetta, poi i bianconeri allo stadio Olimpico capitolino si riprendono la testa solitaria e tornano a distanziare di tre lunghezze i giallorossi. Anticipi per entrambe le contendenti allo scudetto, impegnate sul fronte della Champions League. La Roma a Mosca contro il Cska, la Juve in casa del Malmoe. Partite decisive per il cammino in Europa. In campionato non è stato facile per la squadra di Garcia, colpita dopo appena un minuto da un gol di Moralez favorito dalla lentezza di Cole che si fa saltare come un birillo dall’atalantino Raimondi. Non a caso, a fine gara, il tecnico giallorosso lamenterà l’aver favorito un elevato numero di cross agli avversari. La Roma reagisce dopo aver rischiato il secondo ko, con il pallone di Baselli che si stampa sulla traversa al 10’. A rimettere le cose a posto ci pensano Ljajic, che giganteggia nella gara orfana del capitano Francesco Totti squalificato, e Nainggolan che prima dell’intervallo irrompe da centrocampo e infila chirurgicamente l’angolo sinistro della porta difesa da Sportiello. Nel secondo tempo la Roma resiste ai tentativi dell’Atalanta e viene salvata dallo stesso Moralez, che mette fuori a tu per con De Sanctis dopo aver rubato palla a De Rossi. I giallorossi ricorrono al mestiere e nel finale l’arbitro non è impeccabile al punto da attirare su di sé gli strali di mister Colantuono e del dg Pierpaolo Marino. Di certo c’è che la Roma fa segnare il 58% di possesso palla e tira solo sei volte in porta, record negativo stagionale. La gioia di De Rossi e compagni al triplice fischio la dice lunga sulla fatica per portare a casa i tre punti. Tutt’altra storia sul fronte bianconero. La Lazio era un banco di prova importante, superato in virtù di una superiorità devastante. Allegri dispone la squadra con quattro difensori e Padoin a sinistra, Pirlo centrale basso con Marchisio e Pogba davanti, Pereyra trequartista alle spalle di Llorente e Tevez. Lazio mai in partita e Juve padrona del campo. Pogba fa il mattatore aprendo e chiudendo la serie di marcature con cui la squadra bianconera stende quella di Pioli. Nel mezzo il sigillo di Tevez. Tre gol per ribadire il primato e l’intenzione di non mollare. Determinazione forte anche quando l’arbitro, a 20’ dalla fine, commina la seconda ammonizione a Padoin lasciando la Juve in inferiorità numerica. La differenza non si avverte e Buffon entra in scena una volta sola per negare il gol della bandiera a Anderson.