La Roma gioca per prima e vince di misura, la Juve viene fermata nel suo stadio dall’Inter che le impone il pareggio. I bianconeri vedono avvicinarsi a una sola lunghezza i rivali giallorossi, ma possono recriminare per non aver capitalizzato quanto prodotto nel primo tempo, dominato in lungo e in largo. Un capolavoro stilistico il gol della Juve che arriva dopo pochi minuti per merito di Vidal, eccellente nell’atto di liberarsi in area interista con un geniale colpo di tacco e servire al centro Tevez per il tap-in vincente. Per il resto giocate sublimi, come quelle di Pogba, senza che maturi il raddoppio. Nella ripresa fa il suo esordio Podolski e l’attacco dell’Inter si accende con Icardi, il quale firma il pareggio facendo passare il pallone in diagonale tra Bonucci e Buffon proteso in uscita. Dopo la mezz’ora l’Inter approfitta dell’inatteso disorientamento della Juve e sfiora per ben tre volte il vantaggio. Una addirittura clamorosa con assist di Podolski per Icardi che in scivolata non trova lo specchio della porta. In un’altra Buffon compie una parata strepitosa. Il finale allo Juventus Stadium è incandescente. Mancini manda in campo Osvaldo che si smarca ma non viene servito da Icardi. Tra i due si accende una lite. Kovacic commette un fallaccio e vede rosso, lasciando l’Inter in dieci a difendersi. Ma al 46′ Buffon deve uscire con i piedi fino a centrocampo per anticipare Podolski lanciato in contropiede. Negli ultimi secondi Pogba mette scompiglio nella difesa nerazzurra e Handanovic sventa la minaccia, Finisce senza vinti nè vincitori
La Roma passa a Udine con uno dei quei gol che neppure il fermo immagine riescono a stabilire. Astori colpisce di testa su calcio di punizione di Totti mandando il pallone sul palo e rimbalzare al di là o al di qua della linea. Per l’arbitro certamente oltre. Sta di fatto che l’episodio maturato nel primo tempo decide l’esito dell’incontro, mentre al portiere dell’Udinese, Kernezis, va ascritto il merito di aver impedito altre capitolazioni in almeno tre occasioni. Per continuare a rincorrere la Juve occorre anche la buona sorte e i giallorossi ne raccolgono quanto basta allo stadio Friuli, dove giocano con padronanza lottando su ogni palla e impedendo all’Udinese di fare la partita. I giallorossi possono contare su De Rossi che quando serve fa il libero alla vecchia maniera e su pedine fondamentali a centrocampo come Pjanic e Strootman che consentono a Nainggolan di riposare e Keita di giocare la Coppa d’Africa. Iturbe non vale ancora Gervinho ma progredisce e Ljajic, uscito per un colpo a un ginocchio, mostra tutto il suo estro accanto a Totti, così come Florenzi la sua capacità di inserirsi in ogni momento e ruolo.
La Befana regala sorprese anche nel calcio. Alla ripresa del campionato di serie A, alla prima uscita del nuovo anno, clamoroso crollo casalingo del Milan che cede il passo al sempre meno sorprendente Sassuolo. L’impressione è che la squadra di Inzaghi sia rimasta con la testa a Doha e al prestigioso succeso sul Real Madrid in amichevole. Si aspettava il botto in rossonero di Cerci, che entra al 20’ della ripresa e si fa subito ipnotizzare dal portiere Consigli; arriva quello stupendo di Zaza in maglia blu formato trasferta tendente all’azzurro, con un tiro al volo su pallone calciato dalla bandierina che si insacca con incredibile potenza e precisione nell’angolo alla destra di Diego Lopez. Gesto da antologia alla Scala del calcio. La squadra allenata da Di Francesco si trova nella parte sinistra della classifica, grazie alla rimonta firmata da Sansone e Zaza dopo il vantaggio milanista di Pioli. Il Milan prende una lezione inaspettata e vede allontanarsi l’agognato terzo posto, raggiunto dalla Lazio con una prestazione super nell’anticipo contro la Sampdoria e Felipe Anderson nelle vesti di fenomeno e protagonista in biancoceleste. Un gol e due assist vincenti valgono il successo contro il grande ex Mihajlovic sulla panchina dei blucerchiati, al secondo stop stagionale. La Lazio gioca con un sincronismo da orologio svizzero e si prepara nel migliore dei modi al derby capitolino.
Il Napoli risponde da Cesena dove il prepartita è costellato di note e striscioni per ricordare Pino Daniele e il calcio d’inizio è preceduto da un minuto di silenzio. La squadra di Benitez, che con il successo pieno affianca la Lazio al terzo posto, sblocca la partita al 28’ del primo tempo con Callejon e radoppia al 41’ con Higuain che aggira il portiere e insacca a porta vuota. Il terzo sigillo, al 20’ della ripresa, porta la firma di Hamsik nonostante il pallone venga accompagnato in rete con una scivolata dal difensore cesenate Capelli. Poi Higuain si regala la doppietta prima che Brienza metta a segno il gol della bandiera.
L’altro flop di giornata è quello della Fiorentina che cade a Parma, subendo un gol dopo 10 minuti e non riuscendo a recuperare, soprattutto per gli errori di Mario Gomes, due volte su azione e una su calcio di rigore, e Cuadrado addirittura a porta vuota. Per il Parma una boccata di ossigeno per non smettere di lottare benché permanente sul fondo della classifica. Per la squadra viola un campanello di allarme che risuona nelle orecchie di Montella.
Dopo due sconfitte prenatalizie, il Genoa riparte con un pareggio casalingo ottenuto contro l’Atalanta avanti di due gol. La rimonta arriva dopo un intervento decisivo di Perin che evita il terzo gol al passivo e permette ai grifoni di segnare dagli undici metri e poi con Matri. La partita di Marassi, bella e avvincente, viene disputata a ritmi elevati e conferma la motivazione e l’organizzazione di gioco delle due squadre. Quella di Colantuono ritrova Baselli, autore di due assist, e festeggia le ottime prestazioni di Zappacosta e Moralez, autore delle reti bergamasche, e del portiere Sportiello, decisivo nel finale di gara.
Esordio terrificante per Gianfranco Zola sulla panchina del Cagliari. Il Palermo ne fa cinque e vola con la coppia Dybala-Vazquez. Sardi allo sbando e senza idee. Rosanero che si esaltano con i ripetuti risultati positivi che permettono di mantenere la perfetta media inglese. La squadra di Zola necessita di un reset per riorganizzarsi, ma sarà necessario inserire nella rosa due o tre pedine di qualità per ridare omogeneità e incisività all’organico.
Accade davvero poco tra Chievo e Torino da una parte, Empoli e Verona dall’altra. Il primo un brutto zero a zero tra chi ha voglia più di non rischiare che di giocare. Nel secondo caso toscani e scaligeri provano quantomeno a superarsi ma l’esito non è diverso.
Risultati 17a giornata: Lazio-Sampdoria 3-0 Udinese-Roma 0-1 Chievo-Torino 0-0 Empoli-Verona 0-0 Genoa-Atalanta 2-2 Milan-Sassuolo 1-2 Palermo-Cagliari 5-0 Parma-Fiorentina 1-0 Cesena-Napoli 1-4 Juventus-Inter 1-1
Classifica: Juventus 40 Roma 39 Lazio Napoli 30 Genoa Sampdoria 27 Milan Palermo 25 Fiorentina 24 Sassuolo 23 Udinese Inter 22 Empoli Torino Verona 18 Chievo 17 Atalanta 16 Cagliari 12 Cesena Parma 9