Il mondo del calcio si ferma, stop alle partite del campionato di serie A e B di domenica 4 marzo. La domenica delle elezioni politiche si è trasformata in quella del lutto per l’improvvisa scomparsa di Davide Astori, capitano e difensore della Fiorentina, classe 1987, bergamasco nativo di San Giovanni Bianco, che aveva vestito più volte la maglia della Nazionale esordendo in azzurro quando era al Cagliari e segnando un gol 40 anni dopo l’ultimo firmato da Gigi Riva. Il dramma si è consumato nel ritiro della Fiorentina a Udine. Uomo e calciatore esemplare, lascia la moglie e una bimba di 2 anni. Incredulità, sconforto, dolore in tutte le espressioni dei protagonisti del calcio, dai dirigenti ai calciatori e agli addetti ai lavori che ne hanno apprezzato le qualità. Un bergamasco che aveva fatto visita alla sua terra domenica 18 febbraio scorso, in occasione di Atalanta-Fiorentina finita in pareggio, salutando il pubblico che gli ha tributato meritati applausi per la serietà in campo e il comportamento integerrimo che ne ha distinto la personalità. Una morte che lascia sgomenti e colpisce emotivamente. Tra la valanga di messaggi che hanno invaso il web e i social spicca quello di Montella, che ne ricorda il sorriso e la pulizia morale. Una sintesi perfetta per sintetizzare la personalità di Davide Astori, la cui tragica scomparsa si inanella a una serie di drammi che si sono consumati nell’ultimo mezzo secolo. Risale a 49 anni fa la tragica scomparsa di Giuliano Taccola, attaccante della Roma spentosi negli spogliatoi dello stadio Amsicora di Cagliari. Problemi cardiaci hanno arresto le vite del perugino Renato Curi, nel 1977 in campo nel corso di una partita con l’Inter, del francese Foe, degli spagnoli Puerta e Jarque, fino al dramma di Piermario Morosini, anche lui bergamasco, nel 2012 allo stadio di Pescara davanti alle telecamere. La terra orobica vive così un altro profondo lutto.