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Passaggio di consegne al Panathlon

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Eugenio Sorrentino

Gianluigi Stanga, dirigente e manager ciclistico, è
stato eletto per acclamazione presidente del
Panathlon Club Bergamo per il biennio 2020-2021.
Succede a Attilio Belloli che ha guidato il sodalizio
negli ultimi tre mandati ed è in predicato di
ricoprire la carica di governatore dell’area
Lombardia del Panathlon International. Gianluigi
Stanga, 70 anni e una luminosa carriera di team
manager di squadre ciclistiche che hanno
annoverato tra i più grandi corridori, assume la
presidenza mentre il Panathlon Club Bergamo si
appresta a essere intitolato a Mario Mangiarotti,
medico sportivo tra i fondatori del sodalizio e
appartenente alla celebre e pliritutolata dinastia di
schermidori, scomparso nel luglio 2019.
Il Panathlon Club Bergamo, oltre ad assegnare
annualmente i prestigiosi Premi Angelo Quarenghi
(in memoria del medico della grande Inter di
Helenio Herrera) e “Daniele Turani” (intitolato al
senatore e storico presidente atalantino), è
fortemente impegnato a promuovere i principi del
FairPlay e ha pubblicato e fatto sottoscrivere da 30
associazioni sportive la Carta dei doveri del
Genitore per un corretto comportamento e spirito
educativo legati alla pratica sportiva dei figli e dei
minori in generale.
Né manca l’attenzione al mondo dei diversamente
abili, aiutati nell’avviamento alle discipline sportive
paralimpiche. Temi che Gianluigi Stanga considera
portanti dell’azione del Panathlon.
“E’ una grande soddisfazione riscuotere la fiducia di
tutti i soci del club. Sono consapevole che il compito
è impegnativo, essendo stato preceduto da figure
che hanno contribuito a portare il Panathlon
Bergamo ad alti livelli. L’obiettivo è dare continuità
a quanto di importante e prestigioso è stato fatto”
Il Panathlon è portatore di valori etici, morali,
sportivi. Come aiutare a coniugarli?
“Occorre trasmettere innanzitutto un valore
fondamentale come il fairplay tra i giovani, affinché
lo sport venga praticato con passione, con voglia di
divertimento e in modo leale. Se ci si accorge che le
qualità tecniche sono tali da indurre a trasformare
lo sport in professione, allora il fairplay varrà
ancora di più”.
Tra le nuove iniziative, c’è quella rivolta a chi vive
la realtà del carcere.
“Intendiamo dare la possibilità a chi sta scontando
una pena di mettersi in gioco anche sotto l’aspetto
sportivo, insegnando a ricoprire il ruolo di
allenatore di calcio. Una novità, speriamo bella,
inserita nel percorso di recupero”.

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