Eugenio Sorrentino
L’Atalanta sfata il tabù dello stadio di Firenze,
dove non vinceva dal lontano 1993, e conquista
un’importante vittoria in trasferta che le permette
di consolidare il quarto posto in classifica
staccando la Roma prima dello scontro diretto al
Gewiss Stadium.
Dopo avere fallito buone occasioni nel primo
tempo, chiuso in svantaggio per un gol di Chiesa,
la squadra di Gasperini sale in cattedra nella
ripresa comandando il gioco, con Gomez tornato a
recitare il ruolo di tuttocampista, e riuscendo a
ribaltare il risultato con Zapata e Malinovskyi. Con
61 gol fatti, nessuno a segno come l’Atalanta dal
1960.
A Firenze tutti a disposizione di Gasperini, ad
eccezione dello squalificato De Roon, rimpiazzato
da Pasalic che fa coppia con Freuler in mediana.
Assetto confermato con Castagne sulla fascia
destra, Ilicic e Gomez disposti larghi per consentire
a Zapata di abbassarsi e favorire gli inserimenti. Il
3-5-2 di Iachini più efficace nel contenimento che
nella costruzione offensiva. Ad analizzare le
statistiche, con il 67 per cento di possesso palla, l’1-
0 con cui si chiude il primo tempo a favore della
Fiorentina racconta semplicemente di un colpo
riuscito a Federico Chiesa, bravo a calciare a fil di
palo e regalare il vantaggio ai viola al 32’. Nei primi
20 minuti, invece, tre occasioni per l’Atalanta, al
tiro con Ilicic (diagonale a lato) all’11’, con Castagne
murato dal portiere al 13’ e Pasalic che al 19’ spreca
un rigore in movimento servitogli dall’esterno belga
non riuscendo a inquadrare la porta. Al 43’ lo stesso
Pasalic, smarcato in area da Gosens, va al tiro da
distanza ravvicinata ma viene chiuso da Igor in
scivolata.
A inizio di secondo tempo, ripreso Gomez, il ruolo di
tuttocampista, l’Atalanta cambia volto e, più
aggressiva e determinata, perviene al pareggio dopo
4’ con Zapata che finalizza l’azione avviata da Ilicic
e proseguita da Gomez, che riceve l’assist dello
sloveno e scucchiaia il pallone per il tocco vincente
dell’attaccante colombiano. Al 19’ Gasperini
richiama Pasalic inserendo Malinovskyi, che
alimenta l’azione offensiva e al 27’ prende palla
sulla trequarti e con un rasoterra di sinistro
fulmina Dragowski ribaltando il risultato. Per il
resto l’Atalanta controlla gioco e partita, senza
concedere opportunità ai gigliati, trasformati in un
ininfluente 3-4-3. E al 90’ l’esordio di Tamèze per la
standing ovation a Papu Gomez.