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Calcio senza confini

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Ben oltre quarantamila il 19 febbraio allo stadio Meazza, una presenza di entità impensabile fino a poco tempo addietro per una squadra come l’Atalanta, in uno scenario che ha conosciuto per sessant’anni i fasti delle due milanesi nella massima competizione europea per club. Esattamente 2.377, non uno di più, i seguaci della Dea al Cam de Mestalla di Valencia martedì 10 marzo. In terra spagnola ci sarebbe stata uguale e appassionata ondata, se la società di casa avesse concesso più del 10% dei posti disponibili del settore ospiti. Sette voli charter dall’Aeroporto di Bergamo, che trasporteranno la metà dei tifosi al seguito.

La vicinanza e l’incoraggiamento alla squadra nei momenti decisivi della gara di ritorno, quando ci si giocherà il passaggio ai quarti di finale della Champions League, sarebbe stato il desiderio di tanti che si accontenteranno di assistere allo spettacolo offerto dalla tv. Gli spalti, qualche volta, fanno la differenza. E dovranno farla soprattutto alla Scala del calcio, quando l’Atalanta dovrà fare gol e assolutamente non subirne.

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In campo sarà sfida tattica tra Albert Celades e Gian Piero Gasperini, il quale è conscio che il

passaggio del turno è alla portata se la squadra saprà bene interpretare l’evolversi della partita, restando concentrata e avvalendosi della qualità dimostrata dai reparti nella seconda fase del girone di qualificazione. Il Valencia è alla dodicesima partecipazione alla Champions League, di cui è stata due volte finalista tra il 1999 e il 2001, quando perse proprio a San Siro ai calci di rigore regalando la coppa con le grandi orecchie al Bayern Monaco. In questa stagione la squadra spagnola viaggia tra alti e bassi.

Il tecnico Celades, subentrato all’esonerato Marcelino, ha ereditato il 4-4-2, ma non disdegna il 4-3-3. Nonostante una difesa molto fisica, dunque, il Valencia è molto facilmente penetrabile, e in particolare, ha dimostrato di soffrire le squadre che attaccano rapidamente. Pane per i denti, pardon, per i piedi buoni di Gomez e Ilicic, per la forza d’urto di Zapata, le penetrazioni sulle fasce e gli inserimenti dalla mediana, l’avanzamento a turno dei difensori, secondo il dettato gasperiniano.

Ci sono tutti i presupposti per centrare l’impresa e arrivare tra le prime otto d’Europa, per un calcio che non guarda alla ricchezza ma al talento e allo spirito di squadra, senza confini.