Eugenio Sorrentino
Nulla da gestire, se non giocare da Atalanta. La
squadra di Gasperini ha trovato la sua identità
internazionale, imparato a esprimersi con il ritmo
e l’intensità che la Champions richiede alle sue
partecipanti. Il Mestalla vuoto, causa forza
maggiore, cambia le condizioni a contorno, non le
carte in tavola. La storica qualificazione ai quarti
di finale è ampiamente alla portata di Gomez e
compagni, i quali all’andata hanno offerto una
prestazione sontuosa, che neppure il gol della
bandiera ispanico, servito a tenere a galla un
lumicino di speranze dei valenciani, è riuscito
minimamente a offuscare. Giocare da Atalanta è
diventato un modo di dire. Significa incalzare e
occupare stabilmente la metà campo avversaria,
coprire gli spazi e interdire, arrivare per primi
sulle seconde palle, maturare una percentuale di
possesso palla che, mediamente, è in rapporto di 2
a 1, quando non addirittura superiore. La gara di
ritorno presenta una sua chiara impostazione,
come lo sono gli schemi tattici dei due allenatori.
Quantunque il Valencia non riesca a essere
efficace in fase offensiva e pecchi di instabilità in
un reparto difensivo tutto da sistemare, l’Atalanta
è chiamata a mantenere la guardia alta e
assumere un atteggiamento per quanto possibile
propositivo. Lo sa bene Gasperini, abituato a
lavorare sull’aspetto mentale, perché è da questa
componente che nascono le condizioni ideali per
esprimere il calcio migliore.
La forza dell’Atalanta fa leva sulla convinzione di
avere imparato a interpretare la visione
gasperiniana sul palcoscenico europeo con
l’approccio adeguato e l’elasticità che lo svolgimento
di una partita richiede, attraverso adattamenti di
posizioni e assetto. Contro il Valencia è richiesto
essere continui e, all’abbisogna, camaleontici con
opportuni innesti dalla panchina. La sola spinta
disponibile sarà quella interiore, intesa come
consapevolezza dei propri mezzi e dell’importanza
di confermarsi squadra meritevole di calcare i
rettangoli di gioco della Champions. Qualcuno ha
provato a metterlo in dubbio con parole
decisamente stonate e fuori luogo, appellandosi a
un Olimpo popolato da un ristretto numero di
squadre di elite. Alla smentita dialettica l’Atalanta
è pronta a farne seguire una più marcata sul
campo. Partita rigorosamente a porte chiuse, anche
per la stampa, destinata a diventare una delle
trasmissioni più viste in tv.