Un altro grande stadio, l’Old Trafford, un’altra grande vetrina. Per arrivarci bisogna avere acquisito i relativi diritti, attraverso meriti (qualificazione) e fortuna (sorteggio). Detto ciò, giocandovici, poteva andare molto bene, poteva andare molto male. Ma, alla luce di quanto visto in campo nella prima dei nerazzurri al cospetto della corazzata Manchester United, la consapevolezza, generale, di una Atalanta diventata squadra adulta a dispetto di penurie di organico in ruoli fondamentali, è decisamente acclarata dai fatti. Le partite si giudicano per come si sviluppano e quanto si vede in campo. Primo tempo sontuoso, che ha annichilito l’onda d’urto del tifo che avvolge e spinge i Diavoli Rossi per esaltare i cori genuini esportati da 588 indomiti sostenitori della Dea. Nella ripresa il reparto difensivo dovutamente adattato, causa uscita prudenziale di Demiral, ha dovuto fare fronte alla forza offensiva messa in campo dagli inglesi. In un solo slot di cambi, come ha ricordato ironicamente Antonio Percassi, il Manchester United ha dispiegato tre calciatori il cui valore pareggio quello dell’intero organico atalantino. Che ha dimostrato, al di là delle etichette di mercato, di essere all’altezza di una squadra tra le più titolate e in cui ha fatto ritorno quel Cristiano Ronaldo risultato decisivo per la vittoria in rimonta. Rimonta che, ancora si era ancora sul 2-1, l’Atalanta avrebbe potuto interrompere con la doppia bordata a firma di Zapata e Malinovskyi che non hanno trovato fortuna. A quel punto, si può esserne certi, sarebbe stata altro il finale di partita. E forse avremmo letto dell’impresa forgiata magistralmente da un tale Gasperson. Ma questo è solo il film che poteva essere e non è stato, senza che ciò tolga i meriti e l’ammirazione guadagnati sul campo. Forse val la pena ricordare che anni addietro squadre pure blasonate sono finite sotto con un punteggio tennistico. C’era Cristiano Ronaldo quando Il Manchester United confezionò un pesantissimo 7-1 alla Roma di Totti e Spalletti. E se l’Atalanta non ha rinunciato a impostare il gioco secondo le proprie caratteristiche per affrontare la squadra di Solskjær, non può certo rammaricarsi se non per il risultato a sfavore. Il secondo atto al Gewiss Stadium, che sarà semipieno per l’ampliamento della capacità massima concessa al 75%, è in calendario dopo tre turni ravvicinati di campionato, giocando ogni tre giorni. Fondamentale arrivarci con Toloi, Demiral e Palomino disponibili.
(photocredits: atalanta.it)