Attribuire la mancata vittoria tra le mura amiche, in uno stadio riempito per la prima volta al 75%, alle scorie residue della trasferta di Manchester sarebbe un pericoloso esercizio di retorica. L’Udinese ha rappresentato il tradizionale avversario ostico, impostato per non prenderle da una squadra come l’Atalanta che quando trova gli spazi giusti colpisce. Rocciosi quanto basta, i friulani dispongono dell’arma del contropiede, che gli uomini di Gasperini sono stati bravi a rintuzzare le poche volte in cui si è accesa. Alla fine, la partita era stata costruita bene, anche se per niente spettacolare e con un’espressione tecnica condizionata proprio dall’atteggiamento degli ospiti. Gasperini non ha rinunciato al 3-4-2-1, chiedendo a De Roon il sacrificio di coprire il settore sinistro della difesa, in cui ha esordito dal 1’ il giovane Lovato e Palomino ha sciorinato ancora una volta una prova maiuscola. Sta di fatto che un male passeggero ma fastidioso ha messo fuori causa anche Maehle, sostituito da Pezzella che non ha le stesse caratteristiche e, almeno per il momento, non può aspirare di incidere allo stesso modo. Con Zappacosta che ha fatto la sua parte sulla fascia destra, in mediana Freuler si è visto affiancare da Pasalic, vero e proprio collante ed elemento d’ordine laddove l’Udinese esercitava la pressione maggiore. Se Ilicic sembra avere trovato l’ispirazione, con aperture di gioco ragionate, puntuali e non banali, e con l’aggiunta di un delizioso esterno sinistro che si è stampato sul palo, Ruslan Malinovskyi ha salvato il voto in pagella per avere avuto il merito di trovare il sinistro, potente e preciso, per gonfiare il sacco all’11’ del secondo tempo spezzando l’equilibrio. Si resta interdetti, come in precedenti occasioni, quando la mossa (necessaria) di sostituire Ilicic con Miranchuk delude le aspettative. Quando si ritrova tra i piedi, a ridosso della linea dei 16 metri dell’area friulana, un pallone d’oro da servire a Muriel, il russo “cincischia” (come direbbe Bruno Pizzul) e innesca il contropiede che solo per merito di Musso non si conclude con l’autogol di Lovato. Dal possibile 2-0 all’1-1 il passo è stato breve, con l’intermezzo dell’allontanamento di Gian Piero Gasperini dalla panchina e di cui non si conoscono i motivi. Gol subìto su calcio dalla bandierina e stacco imperioso di Beto che sul primo palo ha anticipato tutti. Una sequenza girata sotto la Curva Nord. Finale indigesto per il match dell’ora di pranzo.