E fanno sette. Sette infortuni gravi che, finora, non sono riusciti a fermare completamente la campionessa di sci, Sofia Goggia, che sembra fatta di ferro. Gioie e dolori che hanno formato il carattere di questa ragazza, forgiato nelle montagne della Valle Seriana di Bergamo.
L’ultimo infortunio, nel superG di Cortina, l’ha costretta a rinunciare – con grave dispiacere anche del presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella – al ruolo di portabandiera alle Olimpiadi invernali di Pechino il prossimo 4 febbraio. Il suo ruolo verrà preso dall’altra sciatrice, nonché amica, nonché conterranea, Michela Moioli. Le due si sono scambiate un reciproco augurio con ringraziamento via social, vista la distanza imposta dai rispettivi impegni.
Il primo infortunio arriva nel 2007, a 15 anni: salta il legamento del crociato al ginocchio destro. L’anno dopo cede il menisco. Nel 2011, in Coppa Europa, a Kvitfjell, si procura una lesione al crociato destro ed è costretta a un lungo stop. Nel 2013 durante durante la discesa libera di Coppa del Mondo a Lake Louise salta il crociato del ginocchio sinistro. Nel 2018 si frattura il malleolo peroneale. Nel 2020 cade nel supergigante di Garmish-Partenkirchen e si frattura il radio sinistro. E in ultimo a Cortina, settimana scorsa, dopo aver splendidamente vinto la discesa libera, cade malamente nel superG e si procura una lesione parziale al legamento crociato sinistro con piccola frattura al perone.
Ma Sofia-la-sciatrice-di-ferro ha postato una frase che la dice lunga sul suo caratterino: “Avanti con fiducia”. Lei non molla e vuole difendere il suo primato. «Sono molto contenta che sia stata nominata Michela – ha detto subito Sofia Goggia -. Nel 2018 mi confidò il desiderio di portare la bandiera. Ci siamo parlate in queste ore, mi ha detto che la porterà con altrettanto orgoglio. Sono contenta sia lei a farlo, vista anche l’amicizia che ci lega». Michela Moioli ha subito risposto: «Sono dispiaciuta per quello che le è successo: è come se mi stesse passando questo testimone. Svolgerò questo ruolo con grandissimo onore, ringraziando il Coni per la fiducia. Sono felice ma allo stesso tempo un po’ amareggiata per Sofia: mi dispiace per quello che le è capitato, ma il ruolo che mi è stato assegnato mi riempi d’orgoglio».