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Felpa larga azzurra, tuta nera, orologio al polso e un sorriso che, nonostante i mesi lontano dal campo, non se n'è mai andato davvero. Il Jannik Sinner che arriva oggi nella sala stampa del Centrale del Foro Italico di Roma, dove il 7 maggio prenderanno il via gli Internazionali d'Italia 2025, non sembra tanto diverso da quello che avevamo lasciato in Australia. Allora, il numero uno del mondo aveva appena confermato il suo dominio, sempre più primo del ranking Atp, e appena festeggiato il terzo Slam della sua pur giovane carriera, sul cemento di Melbourne. Eppure, oggi, quel 26 gennaio sembra molto più lontano di quanto non sia in realtà. Tutto quello che Jannik ha passato, dallo scoppio del caso Clostebol fino all'accordo con la Wada e i tre mesi di squalifica, è stampato sul suo volto. Quando spuntano i suoi capelli rossi, nella pancia del Centrale cala il silenzio. Sinner saluta i giornalisti con un semplice "ciao a tutti", alza il braccio e si prende l'applauso della sala. L'outfit è quello da viaggio, dopotutto è appena atterrato da Montecarlo. Indossa una felpa larga di un azzurro chiaro, ovviamente targata Nike, lo sponsor che, come tutti gli altri, non lo ha abbandonato nemmeno nell'ora più buia. Per pantaloni ha scelto una tuta nera attillata, ai piedi indossa scarpe da ginnastica. Al polso brilla un orologio con il cinturino marrone e le lancette dorate. Sinner comincia a rispondere alle domande dei giornalisti con la 'freddezza' che lo contraddistingue. Gesticola poco, a volte si tocca i capelli, altre si porta una mano alla bocca, sembra quasi mangiarsi le unghie, e ascolta. Prima di rispondere si prende sempre qualche secondo, mette in ordine le idee, per esporre nella maniera più chiara possibile, e non lasciare zone grigie. Mentre ripercorre quello che ha vissuto, mentre parla dei giorni lontano dal campo, della voglia che aveva di tornare, ma anche di quanto la squalifica lo abbia fatto crescere, ha lo sguardo puntato sui giornalisti. Uno di loro, a un certo punto, gli fa una domanda intricata, esposta con un po' di emozione. Jannik lo guarda, allarga le braccia e inizia a ridere: "Mi erano mancate le tue domande" dice, scatenando l'ilarità della sala. Gli chiedono cosa ne pensi della "Sinner mania", che ha travolto giovani e adulti, senza limiti di età, e unito un intero Paese. A quel punto l'azzurro sorprende tutti quelli che non lo conoscono: ricorda che ha solo 23 anni, rivendica le sue origini, dedica un pensiero a San Candido, il "paesino da duemila abitanti" da cui viene e che gli ha insegnato il valore dell'umiltà. Promette che il successo non lo cambierà mai. Alla fine di tutto, percorrendo la passerella che dalla sala stampa porta agli spogliatoi del Centrale, dove tra qualche ora svolgerà il suo primo allenamento romano, si ferma con un gruppo bambini che lo chiamavano. Si affaccia, gli dedica un sorriso, risponde al saluto. Si prende l'abbraccio dei suoi tifosi, anche di quelli più piccoli, che forse, tra tutti, sono i più felici di rivedere in campo i suoi capelli rossi. (di Simone Cesarei) —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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