Il grande sogno di Renato Vavassori era di creare quella lui chiamava la “Milanello del tennis”, con l’obiettivo di superare la logica dei circoli e di avvicinarsi alle strutture dei club di calcio, creando un centro di alto rendimento costruito per andare incontro alle esigenze dei tennisti professionisti e dei giovani che puntavano a diventarlo.
Un’idea che nel lontano 1992, quando il Centro Tennis Vavassori nasceva il 1° maggio a Cividino di Castelli Calepio, era quanto di più innovativo il tennis italiano potesse proporre. Esattamente trent’anni dopo, è diventata la normalità e significa che il tecnico bresciano ha fatto centro in anticipo, contribuendo alla nascita di un sistema di successo e alla formazione di tantissimi tennisti, ma anche di numerosi ragazzini.
Per anni Cividino è stato il luogo di allenamento di alcuni campioni, italiani e internazionali, che sapevano di poter trovare da quelle parti tutto ciò che serviva per fare strada. Da Francesca Schiavone a un giovane Simone Bolelli, e poi ancora l’attuale capitana della nazionale azzurra Tathiana Garbin, Davide Sanguinetti e persino due ex numero 3 del mondo: Juan Martin del Potro e il croato Marin Cilic.
Entrambi restarono poco, ma Vavassori e il suo team potranno dire di aver contribuito almeno in parte alla loro formazione, così come a quella della futura top-10 Timea Bacsinszky, della tedesca Marlene Weingartner e di tantissimi altri tennisti, italiani soprattutto. Perché per chi voleva fare davvero sul serio, in quegli anni, la soluzione numero uno su scala nazionale si chiamava Accademia Vavassori.
Poi, negli anni sono nate in tutta Italia tante realtà simili e non si è più vista (da nessuna parte) una tale concentrazione di professionisti, ma l’Accademia Tennis Vavassori continua a essere la base per tanti giovani che desiderano fare del tennis il proprio lavoro, oltre che un punto di riferimento per tantissime attività federali, su scala regionale e nazionale.
In più, il sistema Vavassori è stato esteso a tante realtà – in particolare nel Milanese – mentre il centro principale si è trasferito da Cividino a Palazzolo sull’Oglio, cambiando provincia (da Bergamo a Brescia), ma spostandosi solamente di una manciata di chilometri. È lì che Vavassori e il suo staff hanno festeggiato il trentesimo compleanno con una serata di gala, per ricordare i tanti traguardi raggiunti e fissarne di nuovi. Perché è solo guardando sempre avanti che si riesce a fare grandi cose. Il tecnico bresciano l’aveva capito – prima degli altri – già a inizio Anni ’90.