L’accordo su Gaza non ferma i cortei in Italia: manifestazioni a Milano, Torino e Bologna

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(Adnkronos) –  Milano, Bologna, Torino. L'accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano di Donald Trump per Gaza non ferma le manifestazioni in solidarietà con la Palestina nelle principali città italiane. Sono tre i cortei in corso che sfilano tra slogan, bandiere, sostegno alla Flotilla e cartelli contro il presidente Usa e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Al via il corteo pro Pal a Milano. Alcune centinaia di persone sono in marcia da porta Venezia, direzione piazza della Scala. All'associazione dei palestinesi italiani si sono uniti, in coda al corteo, gli studenti della Statale. Lo slogan: "Milano lo sa da che parte stare Palestina libera dal fiume fino al mare".  Tantissime bandiere della Palestina, alcune di Potere al popolo. Non mancano cartelli contro il governo e Israele: in uno compare Yahya Sinwar, uno dei leader Hamas responsabile del progrom del 7 ottobre ucciso poi dalle Idf.  Dal megafono qualcuno arringa: "Quando i giornalisti mi chiedono se condanno il 7 ottobre, io rispondo: voi condannate tutti gli anni di occupazione? In ogni caso non festeggiamo il 7 ottobre, ma festeggeremo quando la Palestina sarà libera". Sul piano Trump: "Vogliamo la pace, ma c'è pessimismo". Nel mirino, sempre dal megafono, le 'bugie' dei giornalisti e nessun grazie all'Occidente: "Ha armato i nazisionisti". Dal megafono del carro che guida la testa della manifestazione c'è chi prende la parola, esalta la Palestina 'dal fiume fino al mare' e prende di mira Netanyahu: "È un criminale, lo aspetta la Corte penale internazionale: il mio sogno è vedere Netanyahu giustiziato con la testa volare". E c'è anche chi afferma che "Hamas è la punta più cosciente del popolo palestinese". A Bologna il corteo a sostegno della Palestina è partito da piazza dei Martiri a Bologna. Intervengono alla manifestazione anche alcuni membri della Global Sumud Flotilla: il presidente dell'Ucoii Yassine Lafram, le bolognesi Sara Masi e Irene Soldati e la portavoce italiana della missione umanitaria Maria Elena Delia. Presenti a livello locale anche Pd, Cgil, Fiom, Usb, Anpi e Potere al Popolo.  "Sono state settimane belle, intense tra mare e sostegno da terra. È incredibile la mobilitazione che siamo riusciti tutti insieme a creare per la Palestina. Questo era sempre stato, diciamo, l'obiettivo della Global Sumud Flotilla – ha dichiarato Irene Soldati -. Noi con il nostro gesto abbiamo messo a disposizione le nostre capacità sia di attivismo che di navigazione per provare a rompere l'assedio".  "Per una pace giusta – è questo il senso che Yassine Lafram attribuisce alla manifestazione di oggi -. Gli accordi sono un primo passo, per una speranza reale e concreta di una pace giusta di cui ha bisogno il popolo palestinese. Ma una firma non può fermare il dolore, la sofferenza. Certo hanno fermato le bombe, ma nessuno può fermare quel dolore che stanno provando le famiglie, che adesso torneranno alle loro macerie. Siamo davanti a una tragedia umana e umanitaria che non possiamo pensare di chiudere con una firma. Siamo in un mondo malato in cui dobbiamo ringraziare Trump per aver fermato un genocidio, che ha finanziato dal primo momento. Quindi dobbiamo rimanere vigili e attenti rispetto a quello che succede in Palestina".  “Sappiamo quanta contraddizione ci sia in questa pace, ma è comunque una vittoria enorme per la resistenza palestinese e il dato importante da ricordare è quell’immagine bellissima che abbiamo visto, la bandiera italiana sventolare accanto a quella palestinese. E’ stata una bella immagine perché è un successo ottenuto non per merito del governo italiano, ma grazie al popolo italiano sceso in piazza in queste settimane imperterrito a fianco della resistenza palestinese”. Così dal microfono i manifestanti pro Palestina riuniti in piazza Castello a Torino prima di partire in corteo dietro lo striscione ‘Il Piemonte sa da che parte stare. Palestina libera! Ora e sempre resistenza’.  “Quello che è successo – hanno proseguito – ci dimostra ancora una volta che non sono i governi, non è il diritto internazionale che è stato violato più volte, la resistenza, la liberazione, si ottengono con le mobilitazioni, si ottengono con l'unione dei popoli in rivolta in tutta l'Europa, in tutto il mondo, e adesso sappiamo che la Palestina ha più che mai bisogno che il mondo, che l'Europa, che tutti i popoli che si sono mossi a sostegno, continuino a farlo, per raggiungere l’obiettivo di una Palestina libera dal fiume fino al mare, libera dall’occupazione di Israele”.  Poi il riferimento alle misure cautelari eseguite ieri nel capoluogo piemontese. “Le operazioni di polizia che arrivano dopo manifestazioni oceaniche ci dimostrano che siamo dalla parte giusta, la repressione non ci fa paura e continueremo ad andare avanti fino a che tutti i complici del genocidio non verranno colpiti dalla giustizia”. “E’ stato scritto che giustifico quello che è successo il 7 ottobre, ma la mia risposta è chiara: non posso parlare solo del 7 ottobre perché il 7 ottobre è il risultato di 80 anni di occupazione e di 11 guerre successe prima di quella data”. Così, a margine della manifestazione ,Mohamed Shahin imam della moschea di via Saluzzo interpellato sulle polemiche sollevate a seguito di alcune sue dichiarazioni durante le manifestazioni dei giorni precedenti. Dal microfono, poi, durante il corteo l’imam ha ringraziato “tutti gli italiani che sono rimasti umani in causa giusta, quella per la Palestina libera. Ancora volta – ha concluso – siamo qui in piazza dalla parte giusta, con la verità del popolo palestinese”  
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