Manovra, Meloni: “Seria e responsabile, passo importante per futuro Italia”

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(Adnkronos) – Quella varata dal Cdm è una "manovra seria, equilibrata e responsabile, da 18,7 miliardi di euro, che concentra le risorse su famiglie, lavoro, imprese e sanità". Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, all'indomani dell'approvazione della legge di bilancio 2026 in Cdm, che definisce "un passo importante per continuare a costruire il futuro dell'Italia". Per la famiglia – sottolinea Meloni – stanziamo 1,6 miliardi in più, con interventi che rafforzano il sostegno alla natalità e tutelano la prima casa. Per lavoro e salari destiniamo quasi 5 miliardi, tra taglio dell'Irpef per il ceto medio e misure per aumentare il salario accessorio, sostenere le mamme lavoratrici e favorire i rinnovi contrattuali". 
Alle imprese "indirizziamo circa 8 miliardi di investimenti, per sostenere la crescita e la competitività del sistema produttivo", ricorda la premier, che aggiunge: "Per la sanità, oltre ai 5 miliardi aggiuntivi già stanziati con la precedente Legge di Bilancio, destiniamo altri 2,4 miliardi, per un totale di 7,4 miliardi di risorse aggiuntive". "In un contesto complesso, abbiamo scelto di concentrare le risorse su ciò che conta davvero per gli italiani, mantenendo la rotta della responsabilità finanziaria", scrive ancora Meloni, ringraziando "la maggioranza per la compattezza e tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato". "Continuiamo a lavorare con serietà e determinazione per sostenere famiglie, lavoratori e imprese e rendere più forte la nostra Nazione", conclude la presidente del Consiglio.  In un'intervista al 'Sole 24 Ore', Meloni si è poi detta "convinta che ci siano margini per spendere meglio le risorse a disposizione, senza tagliare i servizi o ridurre la qualità degli interventi Questa è la grande differenza di visione tra chi si definisce conservatore e chi no" .  Commentando le parole del ministro Giorgetti che l'ha definita un 'miracolo' la premier osserva: "Immagino che si riferisse al fatto che siamo riusciti ad utilizzare al meglio le poche risorse a disposizione, e non al fatto che non ci fosse un accordo di maggioranza sull'impianto della manovra. Questa è la quarta manovra che facciamo in tre anni, e si inserisce nel solco di quelle precedenti". "C'è una condivisione di fondo sui grandi temi – osserva Giorgia Meloni – che abbiamo confermato anche oggi. Alla fine, le banche daranno il loro contributo: 4,4 miliardi nel 2026 e ii in tre anni. Tajani, che aveva parlato di misura sovietica, è contento perché non ci sono tasse forzate sugli extraprofitti". 
Sul contributo degli istituti di credito "siamo sempre stati tutti dell'idea che anche il sistema bancario e assicurativo avrebbe dovuto fare la propria parte, con buon senso e senza spirito punitivo. Ci siamo confrontati sulla formula con cui raggiungere questo risultato, e trovo che il punto di caduta sia molto equilibrato" conclude. Meloni sottolinea che "è più facile fare delle manovre aumentando le entrate dello Stato o il deficit che non chiedendo alle Amministrazioni dello Stato di ridurre le spese. È una sfida, ma sono convinta che ci siano margini per spendere meglio le risorse a disposizione, senza tagliare i servizi o ridurre la qualità degli interventi. Noi cerchiamo di rendere lo Stato più snello, meno costoso e invasivo nella società e nell'economia". 
Sul nodo delle pensioni – spiega – "l'aumento di tre mesi dell'età pensionabile scatterà il 1° gennaio 2027. Si discuterà nei prossimi mesi di quale sia la soluzione più appropriata, nell'ambito di un contesto demografico che conosciamo bene, con l'obiettivo di conciliare il legittimo desiderio dei lavoratori di andare in pensione, dopo tanti anni di lavoro, e la tenuta complessiva del sistema previdenziale. In ogni caso, il Governo continuerà ad avere grande attenzione nei confronti dei lavoratori precoci e che svolgono attività usuranti". 
Circa l'intervento sull'Irpef la premier rivendica come i tagli siano iniziati "con la prima legge di bilancio varata nel 2022. Finora abbiamo già accorpato le prime due aliquote Irpef sui redditi fino a 28 mila euro, abbiamo poi tagliato il cuneo contributivo fino a 7 punti e lo abbiamo reso strutturale agendo sull'aspetto fiscale. Ora facciamo un ulteriore passo in avanti, tagliando dal 35% al 33% l'aliquota tra i redditi tra i 28 e i 50 mila euro. Inoltre, siamo intervenuti sul lavoro povero, prevedendo un'aliquota sostitutiva del 5% sugli incrementi di reddito derivanti dai rinnovi contrattuali, che saranno chiusi nel 2025 o nel 2026, per i redditi fino a 28 mila euro". "Penso che sia stato fatto un grande sforzo per mettere più soldi nelle tasche degli italiani" conclude.   
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