di Cesare Malnati
No comment: ancora un volta l’Atalanta sceglie la via del silenzio. Una via difficoltosa perché sul percorso incontra subito due ostacoli come la Champions, che proibisce figuracce, a Marsiglia e il Sassuolo, sul quale è vietato inciampare. E se la squadra è quella vista a Udine c’è poco da stare allegri.
Il tema – ipocrita far finta di niente – resta quello dell’allenatore. Lo pongono a gran voce e in forte maggioranza i tifosi. Che la società non ci stia pensando è possibilità di scarsa consistenza. Personalmente ritengo che prima o poi la panchina salterà anche solo perché la storia del calcio insegna che alla conclusione di un ciclo straordinario caratterizzato da una personalità emergente sulle altre succede una stagione interlocutoria. Juric è un predestinato al contrario, cioè a non continuare. Perciò solo con un altro al timone, liberato almeno in parte dal confronto con Gasp, l’Atalanta potrà gradualmente ricostruirsi. Il problema concerne la scelta del successore e su questo punto si aprirà un nuovo dibattito.
Dopodiché va chiarito che mandar via Juric, che pure ha le sue colpe, eleggendolo a capro espiatorio rappresenta la solita italica soluzione. Trovo fuorviante continuare a sostenere l’importanza di un organico che ha perduto la cinquantina fra gol e assist di Retegui e Lookman (che c’è ma finora in pratica non si è quasi mai visto) e che sconta i due ultimi mercati tutt’altro che soddisfacenti sul piano tecnico. A gennaio l’Atalanta ha ingaggiato Maldini e Posch, quando Gasp aveva chiesto ben altro, e quest’estate – pur spendendo molto – calciatori non da squadra appena giunta terza e partecipante alla Champions (Sulemana, Krstovic, Musah, Zalewski). Senza contare la sottovalutazione dell’efficienza fisica di Scamacca, reduce dai noti problemi e dalle caratteristiche tecniche difficilmente surrogabili.
La riflessione conclusiva riporta a Juric, che mi risulta sia stato ingaggiato a due milioni netti all’anno per due anni. Il tecnico croato deve avere un procuratore bravissimo, se gli ha procurato un contratto simile dopo i fallimenti clamorosi alla Roma e al Southampton nel breve volgere di pochi mesi. Mica per altro: non si poteva proporgli la guida dell’Atalanta a qualcosa meno ricordandogli l’occasione di rilancio?














