Due minuti veloci perché Luca Percassi, l’amministratore delegato di Atalanta, desse il benvenuto a Raffaele Palladino, nuovo allenatore dei nerazzurri per lasciare spazio alle tante domande in una conferenza stampa affollata (una cinquantina i giornalisti presenti).
Il momento è di quelli solenni e lo si capisce dalla presenza di tutto lo stato maggiore della società: dal ds Tony D’Amico, al direttore generale Umberto Marino, dal direttore Corporate Andrea Fabris, e anche dal ds Fabio Gatti, direttore sportivo dell’Under 23.
L’attesa e la curiosità è tanta. Palladino prende la parola per esprimere la sua felicità e l’orgoglio di poter rappresentare i colori della squadra di Bergamo. E poi via con la raffica di domande: che squadra ha trovato? Con quale modulo giocherà? Su quali tasti bisogna spingere per ripartire? Ecc. ecc.
In sintesi emerge come Palladino abbia le idee chiarissime. In questa settimana ha lavorato con una decina di giocatori, gli altri 14 in giro con le rispettive nazionali sono stati contattati personalmente al telefono per poter iniziare un dialogo ed entrare subito in empatia.
“La squadra è in salute e ringrazio Juric per aver lasciato una squadra ben preparata sotto questo punto di vista”. E a proposito di lavoro il concetto viene ripetuto più e più volte. In allenamento si lavorerà duramente. “Chiedo e pretendo molto dalla squadra. Non ci saranno titolari e riserve. Non guardo in faccia a nessuno. Gioca chi se lo merita. Voglio riportare l’Atalanta dove merita. Lottiamo per tre competizioni e dobbiamo ottenere il massimo per ognuna”.
Il tempo è tiranno. E Palladino lo sa. Appunto. “C’è poco tempo e bisogna ottenere subito il massimo. La partita a cui si guarda con più attenzione è la prima e sabato si va a Napoli a confrontarsi contro i campioni d’Italia”. Non sarà una passeggiata. Ma Palladino ribadisce che crede in questa rosa. “È una rosa di qualità che ha grandi valori tecnici e fisici”.
E che Atalanta ci dobbiamo aspettare? “Una squadra che esprima il senso dei bergamaschi: deve dominare, portare intensità, aggredire la porta con tanti giocatori. Tutto questo sarà frutto soltanto di tanto lavoro, dedizione, passione e sacrificio”.
Ma allora quale sarà il modulo che Palladino applicherà a questa squadra. Quello visto a Monza? O quello visto a Firenze? “Non sono un integralista – risponde Palladino -. Cerco di ottenere il massimo da ogni calciatore. Una volta conosciuti bene i miei giocatori cercherò il miglior vestito per questa Atalanta. Mi adeguo ai giocatori a mia disposizione”.
Trascinarlo sui singoli diventa difficile, perché parlare di Lookman, Scamacca e di Maldini fa sì che il ragionamento cada su tutta la rosa a sua disposizione. A Napoli, sabato, vedremo come Palladino metterà in campo la squadra e come questa saprà reagire e se risponderà ai dettami del nuovo mister: aggressività e riempimento dell’area con tanti giocatori per trovare la via del gol anche con i quinti che devono andare a chiudere le azioni.
In questi mesi in cui Palladino è rimasto senza squadra, l’allenatore non ha perso tempo. Si è recato in Inghilterra a studiare la lingua e il calcio inglese. Arsenal e Chelsea sono state le squadre più viste e Arteta l’allenatore più interessante per i suoi gusti.
Naturalmente si è anche visto tutte le partite dell’Atalanta, proprio perché la chiamata da Bergamo se l’aspettava. E una volta arrivata il telefono è scoppiato di messaggi beneauguranti.
I giornalisti sono usciti soddisfatti da una conferenza stampa articolata e non più telegrafica per come aveva abituato Juric. Come dire: a Bergamo è proprio cambiata l’aria. Speriamo che cambino anche i risultati.













