Quattro gol, un palo, una traversa, 22 tiri, 17 da dentro l’area, 7 verso la porta. Sembra un’altra era. Terza vittoria consecutiva: una in Champions, una in Campionato e una in Coppa Italia. Bottino: 9 gol fatti e zero subiti.
Palladino si è affidato alla vecchia guardia, che non ha tradito le attese. Djimsiti si è ricordato come si fa a segnare di testa. De Roon ha rispolverato il suo magico tiro al volo da fuori area e Pasalic con uno dei suoi inserimenti magistrali è andato a chiudere un tiro strozzato di Scamacca che sarebbe finito out. L’ultimo gol lo ha realizzato Ahanor di testa in pieno recupero raccogliendo il cross da angolo.
Tante le indicazioni positive emerse da questa gara. La prima: Palladino non crede al turn over. Ha cambiato la catena di sinistra con Kolasinac e Zalewski e messo Sulemana al posto di Lookman. Tre soli cambi più il portiere rispetto alla vittoria ottenuta in campionato sulla Fiorentina.
“Non credo al turn over. Metto in campo la formazione migliore” e questo è l’atteggiamento di chi parte sempre per vincere. “Nove gol fatti in tre partite e zero gol subiti significa che la fase difensiva da parte degli attaccanti – sottolinea sempre Palladino – è fatta in maniera egregia”.
La seconda indicazione riguarda la ricerca della verticalizzazione verso la porta avversaria è magistrale. Con un Genoa che si è posto con una linea a quattro le triangolazioni di prima intenzioni hanno portato prima Maldini a tu per tu davanti a Siegrist. Peccato, però, che per l’ennesima volta (ricordo almeno quattro situazioni uguali da quando è a Bergamo) sceglie la soluzione più sbagliata incrociando sulla sinistra e mettendo la palla fuori. Quando avrebbe potuto più facilmente avere una porzione più ampia sulla destra alzando la palla verso il sette. Peccato. Maldini (subentrato dopo 20 minuti al posto di Sulemana uscito per un risentimento muscolare) si è fatto apprezzare per un palo colpito al 29’ da punizione diretta.
Al 36’ la triangolazione a saltare l’ultima linea difensiva (piazzata alta sul cerchio di centrocampo) questa volta porta Bellanova a lanciarsi verso Siegrist, fermato al limite con un fallo da dietro da parte di Fini che viene espulso per avere interrotto una chiara occasione da rete.
La partita ha dato anche alcune conferme: De Ketelaere imperversa sulla trequarti da campione. Lui fa la differenza sempre. Vuole la palla, gioca, salta l’uomo, crossa, tira. Insomma, qui abbiamo trovato un giocatore in una posizione che né Pioli al Milan (l’anno dello scudetto), né Gasperini da quando è approdato a Bergamo, sono riusciti a ritagliare su misura. CDK di questo passo sta diventando un crack.
Altra conferma riguarda la posizione di De Roon. Palladino lo mette sul mediano basso della squadra avversaria. Con la Fiorentina aveva marcato Fagioli. Questo pomeriggio con il Genoa ha giocato su Frendrup. La posizione così avanzata gli permette, con una squadra compatta e corta, che va subito in riaggressione della palla persa, di percorrere meno chilometri e fare meno fatica. Poi nei cambi, quando Palladino ha tolto Djimsiti ha arretrato De Roon sulla linea dei difensori.
Poi Palladino ha voluto provare Pasalic centrocampista. E anche in questo caso la conferma è stata più che apprezzabile. Il croato ha messo in campo qualità, quantità, gol e colpito una traversa con un colpo di testa al 18’.
Palladino in queste sue quattro partite ha fatto girare tutti gli uomini della rosa, eccetto Scalvini e Bakker. Ma da queste rotazioni avuto indicazioni interessanti. “In questa squadra c’è tanta qualità. I ragazzi rispondono tutti alla grande e mi stanno mettendo in difficoltà sulle scelte che devo fare”.
Intanto la vecchia guardia ha fatto intendere che c’è. Scamacca, che non giocava 90’ da un anno e mezzo, è rimasto in campo sino alla fine.
Inutile dire che la Coppa Italia è uno degli obiettivi di stagione. Tra il 4 e l’11 febbraio si giocheranno i Quarti di finale contro la Juventus.
Palladino può essere contento, ma non c’è molto tempo per festeggiare. Sabato la squadra è chiamata a misurarsi a Verona contro l’Hellas. E vedremo chi chiamerà negli undici di base. Divertiamoci.
ATALANTA-GENOA 4-0
Reti: 19′ Djimsiti, 54′ de Roon, 82′ Pašalić , 91′ Ahanor.
Atalanta: Sportiello Djimsiti (61′ Brescianini), Hien, Kolašinac (61′ Ahanor), Bellanova (75′ Bernasconi), de Roon, Pašalić, Zalewski, De Ketelaere (61′ Samardžić), Scamacca, Kamaldeen (21′ Maldini). A disposizione: Carnesecchi, Rossi, Kossounou, Musah, Lookman, Éderson, Scalvini, Krstović. Allenatore: Raffaele Palladino.
Genoa: Siegrist, Norton-Cuffy (78′ Venturino), Otoa, Vasquez, Ellertsson, Masini, Frendrup (71′ Onana), Stanciu (71′ Cuenca), Fini, Carboni (46′ Marcandalli), Ekhator (71′ Ekuban). A disposizione: Leali, Sommariva, Thorsby, Martin, Ostigard, Vitinha, Messias, Colombo. Allenatore: Daniele De Rossi.
Arbitro: Mario Perri di Roma 1 (assistenti Davide Imperiale di Genova e Lorenzo Giuggioli di Grosseto, IV ufficiale Andrea Colombo di Como, V.A.R. Alessandro Prontera di Bologna, A.V.A.R. Daniele Chiffi di Padova).
Note: al 36′ espulso Fini (G).













