Bergamo a Cinque Cerchi: Battista Mismetti e la nascita del biathlon italiano

L'atleta di Santa Brigida prese parte nello sci di fondo alle Olimpiadi Invernali di Cortina 1956 prima di diventare direttore tecnico della Nazionale di biathlon.

8

Sparare e sciare al tempo stesso in Italia è qualcosa di destinato soltanto ai militari nel bel mezzo degli Anni Cinquanta.

Eppure qualcosa è destinato a cambiare anche qui dopo che nel 1954 il biathlon è entrato a tutti gli effetti nel consesso olimpico, lasciando da parte ogni aspetto bellico.

forbes

Quella persona che cambierà la storia di questo sport nel Bel Paese porta il nome di Battista Mismetti, nato a Santa Brigida il 31 ottobre 1925 e cresciuto fra le nevi della Val Brembana.

Come molti dei ragazzi della sua epoca, nel 1939 il giovane orobico partecipa nello sci di fondo ai “Ludi Juveniles”, una sorta di “Giochi della Gioventù” ante-litteram creati dal Fascismo, tuttavia la Seconda Guerra Mondiale ferma la carriera sul nascere.

Mismetti punta sullo studio ottenendo all’Esperia il diploma in chimica industriale, tuttavia prima del conflitto viene chiamato alle armi per il servizio militare diventando alpino.

La guerra influenza la sua vita visto che il brembano si iscrive al iscrivendosi al corso di ufficiali di complemento a Lecce prendendo parte al conflitto e venendo imprigionato.

Una volta liberato, decide di seguire la carriera militare e si iscrive alla Scuola Alpina di Aosta per diventare allievo ufficiale, mentre frattempo continua ad allenarsi arrivando nel 1946secondo nella quindici chilometri del Campionato Bergamasco dietro Angelo Moretti e chiudendo al quarto posto il Trofeo Parravicini.

Pian piano Mismetti si prende la scena anche a livello internazionale partecipando ai Mondiali Universitari nel 1948 e ottenendo il quarto posto nella 18 chilometri e l’argento nella staffetta.

L’anno successivo ottiene anche il titolo italiano di seconda e terza categoria sia nell’individuale che nella staffetta e da lì in poi fa incetta di medaglie sino al 1954 quando è terzo nei Campionati Nazionali assoluti nella 30 chilometri ottenendo la convocazione per i Mondiali dove chiude trentunesimo.

Di fatto è una sorta di pre-convocazione per le Olimpiadi Invernali di Cortina d’Ampezzo 1956 dove Mismetti scende in campo per la 50 chilometri.

Si parte ad handicap, a distanza di un minuto dall’altro, con Mismetti che ha l’onore di aprire la gara con il numero 1.

Non è un grande vantaggio visto che non si hanno punti di riferimento, tuttavia fino a metà gara il bergamasco rimane attorno alla ventesima posizione.

Negli ultimi dieci chilometri la fatica si fa sentire decisamente e retrocede al ventitreesimo posto finale a 32’48” dallo svedese Sixten Jernberg, imprendibile quasi dall’inizio.

Mismetti non si da per vinto e, complice quegli studi ad Aosta, si avvicina al mondo del biathlon dove nel 1959 conquista il bronzo nella 20 chilometri grosso calibro.

Il suo impegno emerge agli inizi degli Anni Settanta quando diventa allenatore della Nazionale tanto che, durante un ritiro a Vipiteno, Mismetti viene intercettato da un albergatore di Anterselva, Paul Zingerle, che propone al tenente orobico di costruire un poligono proprio a ridosso dell’omonimo lago.

Il brembano non ci pensa due volte e appoggia l’idea permettendo nel 1971 la realizzazione del noto impianto, mentre l’anno successivo diventa direttore tecnico dell’intera squadra azzurra.

Sarà la base del movimento del “scia e spara” che oggi conosciamo, rimanendo in capo alla Nazionale fino alle Olimpiadi Invernali di Sarajevo 1984 e lanciando numerosi conterranei, il tutto dopo aver vissuto in prima persona quell’esperienza a Cortina d’Ampezzo 1956.