Ted Ligety cala il tris: l’americano vince il terzo gigante consecutivo della stagione su altrettanti disputati, anche se la sua superiorità stavolta è messa per lo meno in dubbio dalla squadra francese. Sulla Gran Risa, pista che di solito riserva successi agli azzurri grazie a pendenza e ghiaccio, a gioire stavolta sono i transalpini, che piazzano due atleti sul podio e tre nei dieci. Dietro a Ligety, Cyprien Richard e Thomas Fanara, al primo podio in carriera: assieme all’americano, Richard aveva fatto il vuoto nella prima manche, rifilando a tutti distacchi “stenmarkiani”, dal secondo in su. Giornata no invece per gli azzurri: condizionati da un Blardone partito poco convinto con il numero 1 (il piemontese non si è neppure qualificato per la seconda manche, non succedeva dal 2001), gli altri hanno cercato di arrivare in fondo. Su una pista forse fin troppo ghiacciata (che però ha garantito condizioni uguali per tutti, tanto da far arrivare 5 atleti che non militano nel primo gruppo tra i primi 10), alla fine il migliore è il solito Davide Simoncelli, decimo ma staccato di ben due secondi da Ligety. Il trentino si consola con il terzo tempo nella seconda manche, quando è andato a tutta non avendo più nulla da perdere; tredicesimo Manfred Moellg, anche lui meglio nella seconda prova, mentre Alex Ploner, decimo nella prima, ha sbagliato in quella decisiva e ha chiuso quattordicesimo. Sorriso invece per il ventenne (li ha compiuti ieri) Giovanni Borsotti, nome nuovo dello sci italiano che sta spopolando in Coppa Europa: 23esimo dopo la prima con un pettorale alto, il piemontese ha chiuso 22esimo racimolando i primi punti in carriera: dalle prossime gare, grazie a un punteggio FIS abbattuto, potrà avere un pettorale più basso e maggiori possibilità di qualificarsi per la seconda manche. Non è bastata una prova fantastica per aver ragione anche delle norvegesi, ma il secondo posto conquistato dalle azzurre nella 4 x 5 km a La Clusaz vale comunque tantissimo. Norvegia a parte – talmente forte da permettersi di lasciar “passeggiare” in quarta frazione, con quasi un minuto di vantaggio, l’imbattibile Marit Bjoergen -, l’Italia selezionata da Silvio Fauner ha fatto il vuoto. In prima frazione Viriginia De Martin ha tenuto il passo delle migliori, dimostrando di poter puntare a far parte della squadra per Holmenkollen; in seconda, sempre in tecnica classica, Marianna Longa ha staccato il gruppo composto da Norvegia 2, Svezia e Russia, tenendo a vista Norvegia 1 e consegnando a Silvia Rupil un secondo posto da difendere; pur con qualche piccola difficoltà, la friulana ha mantenuto un vantaggio di oltre 15 secondi sulle inseguitrici. Una volta “toccata” Arianna Follis (con Marit Bjoergen che era partita da oltre 50 secondi), il più sembrava fatto: dopo un breve appannamento che ha illuso Charlotte Kalla e la Svezia, la valdostana ha staccato definitivamente il gruppone sul falsopiano del secondo giro, conquistando così un secondo posto che sa tanto di oro tra le terrestri. Zoeggler, il marziano dello slittino Olimpiade del 2002 e Mondiale del 2005 a parte, Armin Zoeggeler aveva ottenuto prima di sabato sulla pista di Park City una sola delle 51 vittorie in Coppa del mondo. Correva l’anno 2006, da allora sono passati quattro anni e il campione ha pensato bene di aggiornare anche questa statistica della sua inimitabile carriera. Due manches, due tempi inavvicinabili per chiunque, il terzotronfo stagionale in quattro garee il 52simo sigillo è arrivato ancora una volta facilmente, con la consueta supremazia che una volta di più ha annichilito la concorrenza.
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