Golpo grosso e triste addio

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Nemmeno un romanziere spregiudicato avrebbe potuto tessere una trama di cronaca quotidiana così contrastante. Da un lato la soddisfazione di aver acquisito l’intero cartellino di German Denis, il Tanque che ha risposto alla fiducia in lui riposta da Pier Paolo Marino contribuendo alla salvezza dell’Atalanta e regalando gioie e soddisfazioni alla tifoseria nerazzurra. Per lui la certezza di quattro anni di contratto. Dall’altro la triste notizia della scomparsa di un protagonista assoluto della storia atalantina, Franco Previtali, un talent scout d’altri tempi, un signore in senso assoluto che nel corso di quarant’anni ha segnato solo e sempre in senso positivo l’avventura della Dea. Approdato mezzo secolo fa alla società nerazzurra, quando c’era l’ing. Tentorio padre dell’attuale sindaco di Bergamo, divenne in seguito il braccio destro del presidente Achille Bortolotti e poi di Cesare quando l’Atalanta era precipitata in serie C. A fianco di Antonio Percassi, nella prima e meno fortunata esperienza presidenziale, e poi di Ivan Ruggeri. A metà degli anni 90 i problemi di cuore lo costrinsero ad allentare i suoi impegni, ma i consigli di Franco Previtali erano sempre quelli giusti, come quando suggerì di puntare nel 1999 su Giovanni Vavassori e la sua squadra di giovani talenti che sarebbero stati protagonisti della promozione in A e di brillanti prestazioni nella stagione successiva. Franco Previtali, classe 1929, è stato un vero uomo di sport e una bandiera, che ha dimostrato amore e attaccamento disinteressato al mondo dell’Atalanta, da professionista esemplare e uomo di grande generosità.

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