Jurgen Klopp ha un rospetto in gola. Si ricorda di quella finale di Europa League persa otto anni fa a Basilea con il Siviglia e non le è andata più giù. È l’unica competizione non vinta con il Liverpool. E ora, che è all’ultima chiamata, perché a fine stagione ha già annunciato che se ne andrà, la vuole vincere. Ma prima c’è l’Atalanta.
Dei nerazzurri bergamaschi Klopp ha molto rispetto, tanto che ha detto: “L’Atalanta, come tutte le squadre italiane, è un avversario diverso da affrontare. Sono super disciplinati, attaccano e quindi dobbiamo dare il massimo nella doppia gara per accedere al turno successivo. Non possiamo dirci già in finale”.
Anche i giocatori del Liverpool hanno rispetto degli avversari di domani. Harvey Elliott ha detto: “Sappiamo che è una squadra molto offensiva, ha segnato tanti gol in questa stagione quindi ce lo aspettiamo. Dovremo essere molto organizzati in difesa perché sappiamo che sfrutteranno le loro occasion. Sono una squadra forte, con alcuni grandi giocatori che potrebbero crearci dei problemi. Dobbiamo solo concentrarci sulle nostre migliori prestazioni, speriamo che questo ci porti un risultato positivo”.
I giocatori del Liverpool vogliono fare un regalo al loro allenatore prima che se ne vada. E l’Europa League sembra il miglior regalo che gli possano fare.
L’Atalanta, non starà certo a guardare. Scenderà in campo con tutta l’adrenalina che l’Anfield ti mette addosso, già a partire dai cori di inizio partita prima dell’inno della Europa League. “Yull Never Walk Alon” cantato da tutto lo stadio, che domani sera sarà pieno e non come quella volta che l’Atalanta vinse 2-0 in uno stadio deserto, farà venire i brividi ma allo stesso tempo dà tanta carica a chi sta in campo. Duemila e più bergamaschi sono al seguito dei nerazzurri per dare conforto e una spinta morale; faranno sentire la loro voce, nel limite del possibile.
Ma la voce che tutti i tifosi vogliono sentire è quella dei giocatori in campo. Vanno messe alle spalle le due sconfitte di Fiorentina e Cagliari per tornare a splendere come una Dea. Quella Dea che in Europa non ha ancora perso. E perché no? Tentare l’impresa dà un vantaggio morale a tutti.
Gasperini ha già detto che in questa trasferta di Liverpool ci sarà da imparare. Come aveva imparato quando incontrò la prima volta il Liverpool che a Bergamo calò una manita.