Agli US Open, Vinc”e” Sara, saluta Andy, sorprende Tomas.Giornata intensa e piena di emozioni, quella appena lasciataci alle spalle dall’ Open degli Stati Uniti. Tralasciando il puro ordine cronologico, partiamo dalla fine ovvero dal match serale in cui Roger Federer perde l’imbattibilità dopo 20 successi consecutivi nella sessione notturna. Il protagonista di questo inaspettato rovescio ha il volto sorridente e il tennis potente di Tomas Berdych, capace di sciorinare probabilmente il miglior tennis di carriera contro il numero 1 del mondo apparso comunque in buona forma, nonostante il prolungato stop di quattro giorni dopo il forfait di Fish negli ottavi. Pronti via e subito break per lo svizzero che però si incarta in un paio di dritti dal fondo, cedendo a sua volta il servizio sul 3/2, con inevitabile conclusione al tie-break dominato dal ceco 7-1. Il secondo set parte nuovamente con un break, ma questa volta risulta decisivo e Re Roger ora è sotto 2 set a zero. Il servizio lo tradisce nuovamente in apertura di terzo set e tutto pare avviato ad una rapida fine, quando il campione elvetico ritrova un tennis da favola riportandosi in linea di galleggiamento prima di piazzare la zampata vincente e di aggiudicarsi il terzo parziale. Ora la partita si fa bellissima, i vincenti si sprecano e fino al 4/3 Berdych, l’equilibrio la fa’ da padrone. Ancora una volta, il dritto condanna lo svizzero a cedere il servizio e di lì a poco il match. 7/6 6/4 3/6 6/3 dopo 162 minuti, il punteggio finale con il ceco capace di limitare a soli 21 gli errori non forzati, a testimonianza di una serata davvero magica.Il prossimo ostacolo sarà Andy Murray, che manda in scena l’ennesima stucchevole sceneggiata nel match che lo vedeva opposto al croato Marin Cilic. Perso il primo set 6/3 giocando in maniera orribile, sprofondava nel secondo 1/5, mandando chiari segnali di un malessere fisico all’apparenza insormontabile. Come i più attenti osservatori hanno fatto notare, questo accade “stranamente” sempre nei momenti in cui lo scozzese si trova sotto nel punteggio e dall’inevitabile calo di tensione avversario, ricava linfa fondamentale per ricaricare le pile e ripartire di slancio. Come un topolino attratto dal formaggio nella trappola, il povero Cilic ci cade in pieno e perde di colpo concentrazione, tranquillità, qualità. In un amen si ritrova agganciato sul 5 pari perdendo per 2 volte consecutive il servizio e nonostante riesca ad aggrapparsi al tie-break, lo perde per 7-4, prima di cedere di schianto. 3/6 7/6 6/2 6/0 per la medaglia d’oro Olimpica (non proprio un monumento alla sportività!), che centra l’obiettivo semifinale.Il momento più “alto” è sicuramente quello raggiunto al termine dell’ottavo di finale che vedeva di fronte Juan Martin Del Potro e Andy Roddick. Dopo una dura battaglia sportiva, l’ultimo dritto della carriera dello è volato oltre la linea di fondo campo, dello
statunitense è volato oltre la linea di fondo campo, facendo scorrere sul suo volto da teen-ager le lacrime che a fatica aveva dovuto trattenere negli ultimi games del quarto set, quando il pubblico scandiva incessantemente il suo nome per incitarlo ed omaggiarlo. Non sarà stato un campione straordinario, ma ha lasciato il segno, con 13 settimane da numero 1 del mondo ed un successo proprio all’Us Open nel 2003. Una persona vera, un grande atleta, un grande uomo, ci mancherai Andy!Per la cronaca Del Potro vince 6/7 7/6 6/2 6/4 ed ora affronterà nei quarti il favorito ( a questo punto, più che mai) Novak Djokovic, che “passeggia” letteralmente contro Wawrinka che si ritira sul 6/4 6/1 3/1 a favore del numero 2 del mondo. Sempre nella parte bassa, raggiunge Ferrer l’altro serbo Tipsarevic, che manda ko il tedesco Kohlschreiber 6/3 7/6 6/2.Per la parte rosa del torneo, apriamo con la presenza di Sara Errani in semifinale. La romagnola conferma i favori del pronostico e batte l’amica Roberta Vinci nel derby tricolore per 6/2 6/4. Ad onor del vero, la partita è stata decisamente “bruttina” con tanti errori da una parte e dall’altra, poca anzi pochissima qualità, cha ha fatto il paio con lo sparuto numero di spettatori adatto più alla finale di un torneo del dopo lavoro che ad un quarto di finale di un Grande Slam. Alla fine ha prevalso la giocatrice più solida e che ha sbagliato di meno, con la Vinci incredibilmente fallosa (soprattutto con il rovescio in back) ed incapace di prendere l’iniziativa, anche quando i colpi di Sara (vedi seconda di servizio) le avrebbero permesso di prendere in mano il gioco. Davanti alla nostra rappresentante si pone ora la “montagna” Serena Williams, che in 58 minuti ha demolito (come da pronostico) anche la ritrovata Ana Ivanovic (6/1 6/3). Pronostico chiuso anzi chiusissimo anche contro la proverbiale grinta di Sarita. Nell’altra semifinale, sfida dell’Est fra Victoria Azarenka (uscita vincitrice dall’acceso confronto con la vincitrice 2011, Sam Stosur, 6/1 4/6 7/6) e Maria Sharapova, straordinaria nel riprendere per i capelli una partita complicatissima contro Marion Bartoli, in forma smagliante (3/6 6/3 6/4).
( commento di Luca Polesinanti )