Vivere la montagna al grado ultra. Le emozioni di gare vertiginose raccontate da Oliviero Bosatelli, Claudia e William Boffelli

29

Ultra Trail e Sci alpinismo, due discipline che pongono l’atleta a misurarsi oltre i propri limiti. Per sapere devi sperimentare. Per sperimentare devi osare. Per osare devi avere una passione non comune che ti spinge a fare cose che razionalmente non faresti mai.

Ma come nasce tutto ciò? Lo ha indagato Time Out Il Festival dello Sport che attraverso le domande di Paolo Confalonieri ha intervistato tre personaggi ultravincenti: Oliviero Bosatelli, William Boffelli e Claudia Boffelli, ospiti all’auditorium di Presezzo.

forbes

Per capire l’impresa realizzata da questi atleti è necessario conoscere alcune caratteristiche delle gare. Prendiamo Oliviero Bosatelli, detto “il Gigante”. Lui ha vinto il Tor des Geants (il giro dei giganti), una gara che si dipana su 330 chilometri con un dislivello di 2400 D+ in Val d’Aosta. Questa gara Bosatelli l’ha vinta due volte: nel 2016 (alla sua prima partecipazione) e nel 2019.

L’organizzazione stabilisce come tempo massimo 150 ore per percorrere questa terribile ascesa; Oliviero ne ha impiegate 72 senza mai dormire. L’unico riposo che si concedeva era per alimentarsi. All’ultimo rifugio ci è arrivato con 7 ore di anticipo sugli avversari. “Così mi sono concesso una pausa e ho mangiato un bel piatto di pasta e mi sono bevuto una birra”. Poi all’arrivo è stata un’apoteosi.

Bosatelli, classe 1969, di mestiere fa il Vigile del fuoco. È di Gandino e si allena spesso sul Farno, o quando finisce il servizio notturno alla Caserma di Bergamo sale per i sentieri di Città Alta.

Time Out
La sala gremita. In prima fila anche il campione di corsa in montagna Davide Milesi (Foto E.P.)

Com’è possibile che un uomo non resti vinto dalla fatica e non ceda le armi in una gara così massacrante? “L’essere umano – racconta Bosatelliha bisogno di sperimentare il proprio limite e cera di superarlo. La gara è un insieme di sacrifici anche durante la preparazione. Ma quando arrivi al traguardo – non importa se da vincitore o meno – ma quando arrivi in fondo la soddisfazione è tantissima e le emozioni uniche”.

Altra gara, altra disciplina è il Trofeo Parravicini. Qui siamo nell’ambito dello sci alpinismo. La gara si disputa nella Conca del Calvi. Ogni anno coppie di atleti si sfidano sui crinali tra la Val Brembana e la Val Seriana. Il percorso prevede la partenza dal Rifugio Fratelli Calvi per poi toccare in successione le vette dei Monti Grabiasca, Reseda, Madonnino e Cabianca, per un totale di circa 18 chilometri e 1900 metri di dislivello.

Il campionissimo di questa gara è di casa. Si tratta di William Boffelli, che ha vinto in coppia con Alex Oberbacher. Questa gara l’hanno conclusa in un’ora e 45 minuti. Ed è la terza volta che i due (inseparabili amici) vincono questa durissima prova.

William racconta come nasce questa passione. Lui di Roncobello è circondato dalle montagne e da sempre ama salire su quelle vette. Si laurea in ingegneria a Milano (quanta sofferenza in quella città priva di montagne) e ora, specializzato in glaciologia ed esperto dei cambiamenti climatici lavora a Courmayeur, in Valle d’Aosta. Lì, d’inverno, la neve è un richiamo irresistibile. “Ho iniziato con lo sci di fondo, ma poi mi sono innamorato dello sci alpinismo, che è la disciplina che più coniuga la mia passione e l’amore per la montagna”. E quando non c’è la neve? “Non importa cosa devo mettere ai piedi. Se non posso con gli sci in montagna di vado con le scarpette o in bicicletta. Basta stare in montagna”.

Paolo Confalonieri incalza William Boffelli chiedendogli se è soddisfatto che, finalmente, alle prossime Olimpiadi di Milano/Cortina lo sci alpinismo sia diventata disciplina olimpica. “Per niente – risponde William -. Quello che hanno pensato di far fare agli atleti in questa disciplina non è sci alpinismo, semmai è Giochi senza frontiere”.

Time Out
Da sinistra: Oliviero Bosatelli, Claudia Boffelli e William Boffelli (Foto E.P.)

Accanto a William, sul palco di Time Out, c’era anche la sorella Claudia. 27 anni. Lei ha vinto il Monterosa Ski Alp. Claudia guarda al fratello come la stella polare. Lui l’ha iniziata all’amore per lo sci alpinismo, lui è la persona che la stimola, lui è colui che le ha fatto scoprire le bellezze della montagna vera, dove si raggiungono le vette che solo i camosci possono frequentare.

Un giorno – racconta Claudiaaveva nevicato parecchio. William mi chiama e mi dice di andare con lui. Non avevo un’attrezzatura adeguata. Avevo adattato sci e scarponi di papà Bruno. Mi ha portato alle baite di Mezzeno tra metri di neve. Da quel giorno non ho più messo gli sci di fondo perché ho capito che lo sci alpinismo è lo sport più bello del mondo”.

Questi super atleti hanno dalla loro la semplicità di far apparire facili cose estremamente difficili. Sarà che la natura li ha dotati di un talento raro, ma la loro umanità li rende simpatici al mondo. E vincenti.