Nel 2006 Candido Cannavò, storico direttore de La Gazzetta dello Sport, ideò il premio intitolato alla memoria di Giacinto Facchetti, emblema del calcio italiano, per meriti sportivi, classe e stile di vita. Il terzino sinistro della grande Inter di Helenio Herrera e della Nazionale, che seppe contendere la coppa Rimet al Brasile di Pelè, ha lasciato una traccia indelebile nel mondo del calcio come pochi altri. Ovvio che ad essere premiati siano protagonisti assolutamente e autorevolmente meritevoli. Quest’anno il Premio Facchetti è stato assegnato al capitano dell’Inter Javier Zanetti, che va ad aggiungersi ai sei precedenti vincitori delle passate edizioni: Julio Gonzalez, il capitano della nazionale irachena Younes Mahmoud Khalef, Paolo Maldini, Cesare Prandelli, Gianfranco Zola e Michel Platini. Un leader in campo, rispettoso degli avversari, e un esempio nella vita di tutti i giorni con impegno costante alla Fondazione che porta il suo nome e quello della moglie Paula. Fondazione che opera a favore di un’area estremamente povera della Repubblica Argentina e che ha permesso di creare uno spazio dove i bambini socialmente più svantaggiati e diversamente abili ricevono, fin dalla prima infanzia, le attenzioni e l’istruzione. L’assegno che si accompagna al Premio Facchetti andrà, ovviamente, ai bimbi in Argentina. Per Zanetti il prestigioso riconoscimento equivale a una sorta di premio alla carriera, certamente a proseguire anche al termine della stagione in corso, almeno fino al 2014 con la prospettiva, nemmeno tanto remota, di far parte della rosa della nazionale argentina a Brasile 2014. E dopo appare scontato un futuro da dirigente dell’Inter.