(Adnkronos) – "Oggi abbiamo delle armi in più contro l'emofilia. Si è capito ormai che il movimento, una buona muscolatura, un sostegno muscolo scheletrico armonizzato sono di supporto a tutta la popolazione, ma in particolar modo alle persone con emofilia". Lo ha detto Chiara Biasoli, responsabile del Centro emofilia della Romagna presso l'azienda Romagna a Cesena e membro Associazione italiana centri emofilia – Aice, in occasione della presentazione, oggi a Milano, del progetto 'Atleti con la A' lanciato da Sobi Italia: un percorso che apre le porte dell'atletica leggera alle persone con emofilia dai 12 ai 35 anni attraverso un campus itinerante che farà tappa in tre città italiane. L'emofilia è una malattia rara di origine genetica legata alla coagulazione del sangue. "Ogni persona ha la sua storia personale e ognuno risponde in maniera diversa ai farmaci e agli eventi traumatici – spiega l'esperta – Grazie all'innovazione terapeutica, queste persone hanno la possibilità di una terapia personalizzata che rende loro una vita il più possibile normale, che vuol dire eseguire anche solo movimenti quotidiani come potersi alzare, vestirsi o avere una famiglia e dei figli". Rispetto al passato il tempo di vita delle persone con emofilia corrisponde a quello del resto della popolazione: "Quando non avevamo la possibilità del trattamento, i problemi articolari si verificavano precocemente e l'invalidità era importante – conclude Biasoli – Oggi, evitando i problemi alle articolazioni, abbiamo ridotto l’invalidità quasi a zero". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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