Andreoletti: guardiamo al futuro con fiducia

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AndreolettiUn anno vissuto tra alti e bassi, speranze e delusioni. Il 2012 è giunto al termine, non la storia dell’Albinoleffe, incompiuta come l’ultima delle none sinfonie di Beethoven. Il presidente Andreoletti ha affidato a nuovi solisti il compito di iniziare la prova d’orchestra per dimenticare le note stonate e riscrivere gli spartiti del calcio fatto di passione armonica. Il capodanno 2013 è una sorta di spartiacque tra la rinascita del progetto, un tempo non lontano chiamato favola, e le prospettive future.

“Abbiamo vissuto un anno terribile, nel corso del quale abbiamo scoperto cose inimmaginabili, purtroppo attraverso la Procura della Repubblica e quella sportiva, e siamo stati costretti a subire la retrocessione – dichiara Andreoletti – Due vicende strettamente legate, perché ritengo che la squadra della passata stagione, pur avendo i mezzi per centrare la salvezza, abbia mollato psicologicamente quando si è palesato il grande intrigo che coinvolgeva per responsabilità oggettiva la società. Un principio che, benché applicato sulla base di quanto emerso in materia di calcioscommesse, ha permesso di riconoscere all’Albinoleffe il ruolo di parte lesa”.

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Vedersi riconoscere l’onestà intellettuale, ma dover pagare per gli errori commessi dai propri tesserati non basta a compensare quanto accaduto

“Non ci siamo accorti del cancro che ci aveva attaccato, ma ciò non può considerarsi un errore, perché si tratta di fenomeni evidenziabili solo attraverso sofisticati strumenti di indagine. A determinare la caduta di categoria è stata la mancanza di convinzione che ha soppiantato i valori tecnici. Sono convinto che la squadra di un anno fa avesse i mezzi per riconfermarsi tra i cadetti. Ritengo che agli inizi del 2012 la salvezza fosse alla portata dell’Albinoleffe. Allorquando sono emerse le notizie sul calcioscommesse, la squadra è entrata in crisi d’identità. E così è maturata la convinzione che saremmo retrocessi in ogni caso, facendo mancare il mordente. Non sono d’accordo con quanti attribuiscono la retrocessione all’esonero di Fortunato. Credo che Salvioni fosse il tecnico giusto, ma avrebbe necessitato della giusta reazione da parte dei giocatori”.

Perché non ha scelto di puntare subito su Alessio Pala?

“Un’immediata soluzione interna avrebbe indicato la volontà di mollare e pensare alla nuova stagione, una scelta non coerente con gli obiettivi dell’Albinoleffe”.

Dal passato sono rimbalzati gli episodi che hanno condizionato le due stagioni d’oro, la prima in cui è stata sfiorata la promozione in A e quella del mancato accesso ai playoff. Quali considerazioni ne ha tratto?

“Penso a due episodi legati ad altrettante sconfitte decisive per le sorti della classifica: la sconfitta maturata ad Ascoli nel’era Gustinetti e quella contro il Pisa nella stagione successiva sotto la guida di Madonna. Riconosco che avevo attribuito i passi falsi ad errori tecnico-tattici, ma alla luce di quanto emerso devo scusarmi con i due allenatori”.

Presidente, un anno fa lei si diceva fiducioso. Sono seguiti speranze deluse e l’amarezza per la fiducia tradita da parte di alcuni calciatori che avevano indossato la maglia bluceleste. La discesa dalla serie B e il fardello della penalizzazione sembravano ostacoli insormontabili. Invece?

“Siamo riusciti a tenere in vita la società evitando il fallimento, visto che nel passato il 90 per cento delle squadre retrocesse ha seguito questo amaro destino. Eccoci a fare il bilancio di una prima parte di stagione che rilancia lo spirito dell’Albinoleffe e promette di regalare nuove soddisfazioni ai nostri tifosi. Alessio Pala, a cui è stato affidato il compito di ricostruire la squadra partendo dai giovani, sta svolgendo al meglio il proprio lavoro amalgamando i giovani con gli elementi più maturi. I risultati sono confortanti e fanno ritenere che la salvezza sia alla nostra portata. Abbiamo fatto un’operazione di pulizia in casa nostra e credo che i ragazzi chiamati a vestire la maglia dell’Albinoleffe abbiano ricreato lo spirito giusto per ambire a quei successi sportivi che hanno permesso l’approdo in serie B. Rivedo l’attaccamento alla casacca che era manifestato, agli inizi del decennio scorso, dai tanti calciatori espressione del territorio e, ora come allora, rappresenta la filosofia vincente. Abbiamo puntato sul settore giovanile per ricreare l’identità che ha condotto l’Albinoleffe alla ribalta nazionale. Vedremo se, come credo, sarà stata la scelta giusta”.

Che identità oggi ha l’Albinoleffe?
“È la seconda squadra di Bergamo, impegnata a portare avanti un progetto che offra opportunità di emergere ai ragazzi del nostro territorio. La nostra vetrina è la passione sportiva. E a tale proposito, devo ringraziare gli sponsor storici che non hanno fatto marcia indietro e continuano a sostenerci”.

Il 2013 inizia con una situazione di classifica confortante per gli obiettivi stagionali. Ne è soddisfatto?

“Pala e i suoi ragazzi stanno facendo bene. Ci aspetta un mese di gennaio decisivo per definire i nostri traguardi. Vorremmo proseguire la striscia positiva nelle prime due partite del girone di ritorno, contro Alto Adige e Cremonese, e poi attendiamo fiduciosi la sentenza del Tnas prevista per il 18 gennaio. La responsabilità oggettiva è un caposaldo del diritto sportivo, ma speriamo di vedere ridotti i punti di penalizzazione. Mi auguro vivamente che, esaminando il caso dell’Albinoleffe, alla luce della riconosciuta estraneità della società da parte della procura, la giustizia sportiva scriva una nuova pagina di giurisprudenza che ci dia ragione, in assenza di negligenza o colpa grave”.

Le piacerebbe tornare in B?
“Nessuno più di me sarebbe felice di tagliare questo traguardo, che significherebbe il riscatto pieno e definitivo della società e della squadra. Sappiamo le difficoltà che ci aspettano e la priorità resta la salvezza”.