E’ notte fonda allo stadio Olimpico e non perché il calcio d’inizio della partita tra Roma e Cagliari, anticipo della quarta giornata di ritorno, sia fissato alle 20:45. Nonostante si giochi alla luce dei riflettori, dopo 3’ è già buio pesto per i giallorossi che vanno sotto al primo affondo dei sardi, con il folletto Sau autore di un retropassaggio dalla linea di fondo a centro area dove Nainggolan anticipa ben tre difensori e beffa Goicoichea con un tocco felpato sul palo più lontano. Avvio choc per la squadra di Zeman, al cui indirizzo la curva sud lancia pesanti contestazioni. La Roma non si scuote e resta nella prima mezz’ora in totale balia del Cagliari, più volte pericoloso in contropiede con i velocissimi Ibarbo e Sau, che sfiora il raddoppio a tu per tu con il portiere giallorosso. C’è un intervento scomposto in area cagliaritana di Ibarbo ai danni di Taksidis che resta a terra ma per l’arbitro Romeo non ci sono gli estremi per la concessione del penalty. Con Lamela che s’illumina a sprazzi, Florenzi e Totti sono i soli impegnati a tentare di ravvivare la manovra che non decolla. Tocca al capitano giallorosso riaccendere le speranze al 35’ trasformando un calcio di punizione toccato da Florenzi: gol n. 223 in campionato e dedica corale dello stadio a Totti. La Roma prova a scuotersi ma non riesce a incidere. L’avvio del secondo tempo è ancora più da incubo. Dopo 40 secondi, su cross di Avelar, il portiere Goicoichea trasforma una comoda presa nel più clamoroso degli autogol. Un errore che azzera i residui propositi della Roma, messa definitivamente in ginocchio dalla terza rete segnata di testa dal’ottimo Sau, che in precedenza si vede deviare sull’esterno della rete un tiro ravvicinato. Il 3-1 viene confezionato da Ibarbo che confeziona l’assist per Sau: due attaccanti che hanno ragione di sei romanisti schierati in area. Il piccolo e veloce attaccante sardo, all’ottavo gol alla prima esperienza in A, risulta il migliore in campo e punisce Zeman, suo allenatore ai tempi del Foggia in LegaPro quando segnò 21 reti. Al 14’ grande parata di Agazzi su bomba di Totti, che ci riprova vedendosi deviare ancora il tiro sull’esterno della rete. Poi Zeman richiama Taksidis e Florenzi inserisce De Rossi e Marquinho. Da segnalare un bel gesto di Daniele Conti che, quando l’arbitro Romeo fischia un fuorigioco a Bradley, ammette di aver toccato il pallone prima che arrivasse tra i piedi del romanista, consentendo di rimediare alla decisione. Conti, figlio della bandiera romanista Bruno, nobilita così la sua 400esima presenza con la maglia del Cagliari. Al 24’ Tiago Ribeiro con un rasoterra che si stampa sul palo, sfiora il quarto gol che arriva due minuti dopo per merito di Pisano che riprende il pallone rimbalzato sulla traversa su splendida conclusione di Sau. Al 48’ Marquinho rende meno pesante il risultato mettendo alle spalle di Agazzi il gol del 2-4. Finisce esattamente come nella stagione precedente, il 1 febbraio 2012, con Luis Enrique sulla panchina giallorossa, sul campo del Cagliari. La Roma non c’è, ovvero non c’è mai stata nella serata più brutta della stagione 2012-2013. Una sconfitta pesante, più di quella maturata 45 anni fa quando il Cagliari espugnò l’Olimpico giallorosso con le doppiette di Gigi Riva e Brugnera. Parlare di futuro significa discutere della posizione di Zeman, fischiato e contestatissimo. Ma in generale l’atteggiamento della squadra sembra conseguenza di tensioni e preoccupazioni maturate dopo il 3-3 di Bologna. Il terzo posto è lontano, il progetto tecnico della Roma fermo al palo. Nelle ultime sette partite, una sola vittoria per i giallorossi e ben quattro sconfitte, frutto di una linea difensiva sempre molto alta e puntualmente esposta al contropiede avversario. Per il Cagliari una vittoria meritata e tre punti rigeneranti in chiave salvezza.