Due giovani talenti azzurri sugli scudi agli Internazionali di Bergamo, Trofeo Faip-Perrel. Il potente Viktor Galovic vola agli ottavi per incontrare il migliore 20enne azzurro, il siciliano Marco Cecchinato.Fino a pochi giorni fa, l’italo-croato non aveva mai giocato nel main draw di un torneo challenger. Dopo aver passato le qualificazioni, Galovic ha superato Claudio Grassi in un derby tutto italiano, terminato 7-6 6-3 davanti a un pubblico molto numeroso grazie all’accordo con il Provveditorato agli Studi, che ogni mattina porta al PalaNorda centinaia di studenti. Galovic conquista 8 punti ATP, che sommati ai 5 delle qualificazioni gli regaleranno il best ranking. Galovic è entrato nel cuore del pubblico bergamasco per il suo tennis potente e l’atteggiamento simpatico e disponibile. Al secondo turno il derby tutto italiano con Marco Cecchinato garantirà la presenza di un azzurro nei quarti.
Marco Cecchinato ha sfruttato al meglio il forfait di Andrey Golubev, che gli ha regalato un posto in tabellone. Quella contro Ivan Sergeyev è stata una “non partita”: l’ucraino non è praticamente sceso in campo e si è arreso 6-1 6-1 nella durata-record di 39 minuti, due in più rispetto alla famosa finale del Roland Garros tra Steffi Graf e Natasha Zvereva. Era legittimo aspettarsi qualche difficoltà perché Sergeyev viene da una stagione eccezionale, in cui ha giocato dieci finali futures (vincendone quattro) e quattro semifinali challenger, risultati che gli hanno consentito di chiudere al numero 162 ATP (aveva iniziato al 706). Cecchinato (accompagnato a Bergamo dall’ex davisman Cristian Brandi) utilizza schemi da terra battuta adattati al Play-It bergamasco. Il servizio viaggia che è un piacere: riesce a fare punti gratis anche con la seconda di servizio. Lo scambio si basa su un dritto molto incisivo, la cui apertura è ampia ma compensata da una notevole velocità di esecuzione. Il rovescio a una mano gli dà una mano in fase difensiva, quando deve ricorrere allo slice. Numero 399 ATP (sua miglior classifica), crescerà ancora. Cecchinato è il miglior “1992” italiano nella classifica ATP. Il match contro Galovic è importante anche in chiave futura. Nulla da fare per Alessandro Bega: l’allievo di Laura Golarsa si è arreso in due set all’ucraino Oleksandr Nedovyesov.
Bergamo ha accolto il ritorno alla vittoria di Andreas Vinciguerra. Il (quasi) 32enne svedese ha superato il qualificato Martin Fischer con il punteggio di 0-6 6-3 7-6, dimostrando di meritare la wild card a dispetto di qualche critica. Buon esordio anche per il giovane tedesco Jan Lennard Struff, probabile protagonista del torneo. Struff ha iniziato alla grande il 2013, sfiorando la qualificazione all’Australian Open e conquistando un’inattesa finale al ricco challenger di Heilbronn. Già numero 133 ATP, stava dominando Nikoloz Basilashvili prima che il georgiano si ritirasse sul punteggio di 6-1 2-0. Nella giornata di mercoledì l’atteso esordio di Ernests Gulbis. Il lèttone, reduce dall’impegno in Coppa Davis (la sua Lettonia ha vinto in Tunisia) torna a giocare a Bergamo a distanza di 6 anni. L’ultima volta era un 18enne di belle speranze e si arrese a Fabrice Santoro. L’anno dopo avrebbe battuto Novak Djokovic e raggiunto i quarti al Roland Garros. Chissà che anche stavolta Bergamo non possa portargli fortuna. E a proposito di Nole, è uscito subito di scena Djordje Djokovic, il fratello minore del campione serbo, ancora 17enne e numero 1535 ATP in virtù di un punto conquistato a settembre in torneo future in Serbia. Griffato Uniqlo come il fratello, lo ricorda moltissimo come gestualità ma non per efficacia. Dopo un discreto primo set, si è arreso nettamente al moldavo Radu Albot (n. 225 ATP). “Djole” è franato in un mare di errori gratuiti, alcuni francamente imbarazzanti. E’ ancora giovanissimo (compirà 18 anni il prossimo 17 luglio), ma l’impressione è che sia un po’ ingabbiato dal ruolo di fratello di Novak. A volte sembra quasi che lo scimmiotti. La sua partecipazione ha comunque attratto moltissimo pubblico: al PalaNorda c’erano quasi 1.000 persone.
(nella foto di Mario Rota: Andreas Vinciguerra)