Lavoro, Cfi: “Sempre più investitore istituzionale a sostegno imprese cooperative e sociali”

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(Adnkronos) – Generare impresa, contribuire alla crescita dell’occupazione, assistere le aziende nell’avvio dell’attività e nella prevenzione e risoluzione dei rischi d’impresa. È la missione di Cooperazione finanza e impresa (Cif), ente istituito nel 1986 dalla Legge Marcora, che dal 2019 è il solo mezzo di attuazione del testo normativo promulgato l’anno precedente. Partecipata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Cif conta 393 imprese cooperative. Nel suo capitale anche i fondi mutualistici di Agci, Confcooperative e Legacoop. Missione del Cif è oltremodo quella di supportare il modello cooperativo quale strumento più efficace per coniugare responsabilità individuale ed efficacia imprenditoriale. Si è riunita oggi martedì 28 maggio a Roma l’assemblea dei soci della cooperazione per l’approvazione del bilancio 2023. Questo il commento presidente in Cfi Mauro Frangi: “Il bilancio- si chiude con un risultato positivo, ma soprattutto che segna un ulteriore rafforzamento del ruolo di Cfi e della sua capacità di contribuire alla nascita e allo sviluppo di imprese cooperative e sociali. Cresce il numero delle società partecipate e gli impieghi. Cresce, anche grazie alla collaborazione con il Fondo Europeo per gli Investimenti, la protezione del capitale pubblico conferito”. Progetto centrale dell’esercizio 2023, ‘Small2Big’. Iniziativa inedita nella scena imprenditoriale italiana, concepita della Commissione Ue e programmata da Cfi per introdurre anche le imprese di dimensioni minori a percorsi di capitalizzazione e consolidamento patrimoniale. Una rampa di lancio dunque per sostenere la crescita delle realtà cooperative con investimenti per almeno 8 milioni di euro a mezzo di attraverso interventi in equity, o quasi-equity, ciascuno dal taglio inferiore a 200mila euro, a sostegno di almeno 50 imprese sociali Pmi in forma cooperativa, per favorire percorsi di crescita in termini di capitalizzazione, dimensione e competenze. Nel 2023, Cfi ha così previsto 14 interventi, dei quali 6 in Lombardia, 4 in Sicilia, 2 in Veneto e 1 ciascuno in Piemonte e Sardegna. A beneficiarne sono state realtà operative in settori diversi come quello sanitario, del lavoro agricolo per la valorizzazione di imprese confiscate alla criminalità organizzata, reinserimento sociale e lavorativo di detenuti, riqualificazione urbana ed efficientamento energetico, realizzazione di contenuti digitali educativi per le scuole e sostegno alla disabilità. Nello specifico, Cfi ha stanziato a 14 imprese beneficiarie fondi per 1,9 milioni di euro a titolo di capitale sociale, 0,49 milioni di euro a titolo di prestiti agevolati e di 1,7 milioni di euro a titolo di finanziamenti a lungo termine a tasso zero, per un investimento complessivo di risorse pari a 3,6 milioni di euro. Il quadro restituito dal bilancio riporta inoltre il lancio dei progetti di Workers Buyout (WBO), sviluppati insieme a fondi mutualistici delle associazioni cooperative, sindacati, partner finanziari come Banca Popolare Etica e Cooperfidi Italia, istituzioni e gli enti pubblici nazionali e regionali. Questi i dati riportati da Frangi: “Una crescita testimoniata dal valore complessivo degli impieghi netti in essere che raggiunge i 69,1 milioni di euro, di cui 45,5 milioni con fondi propri della società e 23,6 milioni con fondi pubblici in gestione. Ma l’aspetto più importante è la crescita delle imprese cooperative partecipate da Cfi. Ben 200 imprese partecipate, due terzi delle quali ha chiuso il proprio bilancio con risultati economici positivi. Un sistema che sviluppa una patrimonializzazione complessiva di 338 milioni di euro, realizza un volume della produzione di 1.084 milioni di euro, con una crescita rispetto all’anno precedente di ben il 22,9% e garantisce lavoro a ben 10.618 occupati”. Il CdA di Cfi ha così deliberato 36 nuovi interventi (36 interventi anche nel 2022 e 30 interventi nel 2021) in favore di 32 imprese cooperative (come nel 2022), per un valore complessivo di euro 12.560.000 (contro euro 20.520.000 del 2022 ed euro 14.079.000 del 2021). Nel 2023, i Wbo hanno rappresentato il 43% del totale degli interventi deliberati (effettuati su 10 interventi per complessivi 304 addetti), a fronte del 22% investito in altre cooperative di lavoro (6 interventi per complessivi 115 addetti) e del 35% investito in cooperative sociali (20 interventi per complessivi 1.047 addetti).  Quanto agli investimenti, il destinatario è stato un parco di imprese attive nelle regioni del Nord per il 55% (75% nel 2022), del Centro per il 28% (14% nel 2022) e del Sud per il 17% (11% nel 2022). La distribuzione regionale degli interventi deliberati riflette inoltre la presenza del movimento cooperativo nelle differenti regioni del Paese. In Umbria si contano così 5 interventi per il 27% delle risorse, in Emilia Romagna 6 interventi per il 24% delle risorse complessive deliberate e in Veneto con interventi per il 16% delle risorse. I finanziamenti erogati hanno infine raggiunto cooperative Wbo per il 58% del totale dell’erogato (13 interventi), a fronte del 12% erogato ad altre cooperative di lavoro (7 interventi) e del 30% erogato a cooperative sociali (15 interventi). La distribuzione regionale degli interventi erogati vede prevalere l’Emilia-Romagna con 8 interventi per il 30% delle risorse complessive erogate, seguita dall’Umbria con 5 interventi per il 16% delle risorse e dalla Lombardia con 10 interventi per il 15% delle risorse. Al Sud spiccano i risultati conseguiti in Sicilia: 4 interventi per il 6% delle risorse erogate. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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