Di sicuro il mercoledì 26 giugno 2013 rimarra’nella storia leggendaria del torneo di Wimbledon. A fare scalpore, in primis e’la clamorosa eliminazione di Roger Federer, sempre almeno ai quarti di finale dal 2003, ed ora out al secondo turno contro l’ucraino Stahkovsky, numero 116 al mondo, capace di giocare un tennis aggressivo e a 0 errori per oltre 3 ore. Lo svizzero non sembra in grande giornata ma si salva al tie-break del primo set, pur limitandosi a rimettere la palla oltre la rete, senza mai dare sfogo alle accelerazioni che lo hanno reso straordinario. Il secondo set prosegue senza break, ancora tie-break ma stavolta e’l’ucraino ad uscirne vincitore. Il primo break e’a sorpresa ancora dalla parte del giocatore dell’Est, cosi’come il terzo parziale. Sotto ancora di un break nel quarto set, il campione rossocrociato ha uno scatto di orgoglio, recupera la parita’, si guadagna una palla-set, ma ancora una volta non riesce ad essere aggressivo e cosi’basta un mini-break nel terzo tie-break di giornata per sancire l’ennesima sorpresa dell’edizione 2013. Fuori, fermati da infortuni, Tsonga (avanti Gulbis), Cilic ( contro De Schepper), Isner ( avanti Mannarino), Stepanek ( contro Janowicz) e infine il giustiziere di Rafa Nadal ( Darcis). In totale si sono segnalati 7 ritiri per infortunio, un autentico e poco piacevole record! Le uniche notizie “positive” vengono dalla nostra Flavia Pennetta, che approfitta del ritiro di Vika Azarenka, costretta ad abbandonare l’ambizione di centrare il successo da un ginocchio distorto nel match del primo turno.
Stentiamo a crederci, ma anche fra le ragazze le sorprese e clamorose non mancano! Fuori Maria Sharapova, reduce dalla finale di Parigi e fatta fuori al secondo turno dalla numero 131 WTA, la portoghese Larcher de Brito (6/3 6/4). Gia’ a casa anche Ivanovic e Jankovic, mentre la testa di serie numero 27, Lucie Safarova si arrende allo show della nostra Karin Knapp, vincitrice dopo 2ore e 11 minuti (4/6 6/4 6/4). Dopo questa prima 3 giorni di emozioni fortissime, uno sguardo rivolto al prossimo futuro, ora come mai, senza nessuna certezza.
( commento di Luca Polesinanti )