L’Inter ne incassa quattro dal Valencia, la Juventus cede 1-3 al Galaxy, il Napoli soccombe al Porto. Che succede alle italiane nella prima domenica d’agosto, dopo i primi calci di luglio? Semplicemente che, interrotta la preparazione per volare qua e là dove il marketing e le esigenze degli sponsor spingono, le avversarie ancorché quotate e soprattutto già a pieno rodaggio corrono di più, hanno più minuti nelle gambe e costringono i nostri club di punta ad affannosi test con relativo danno d’immagine. Perché di questo, in sostanza, si tratta. Non è la prima volta che accade. L’anno scorso il Real Madrid allenato da Mourinho rifilò cinque reti al Milan negli Stati Uniti, quest’anno il tecnico portoghese alla guida del Chelsea si è accontentato di farne due ai rossoneri che dovranno concentrarsi al massimo per superare il turno preliminare di Champions League e accedere alla fase a gironi. Il Napoli ha dato bella prova di sé nella prima parte di gara sul campo dell’Arsenal, poi si è imbattuto nella freschezza del Porto e, chiuso il primo tempo in vantaggio per un gol del positivo Pandev, ne ha rimediati tre nella ripresa. Benitez parla di squadra stanca e in effetti il Napoli sembra reggere un tempo, non di più. Ma l’Emirates Cup fa suonare un campanello d’allarme per la tenuta difensiva dei partenopei perché cinque reti in due gare sono davvero troppe. Inter e Juve non possono dirsi che preoccupate dopo le figuracce rimediate rispettivamente contro Valencia e Los Angeles Galaxy. La Guinness Cup in terra americana avrebbe dovuto regalare passerella e spettacolo, invece propone un ultimo atto, il derby d’Italia fuori porta, che diventa un confronto tra perdenti. Cui prodest? La squadra di Mazzarri non era certo rimaneggiata quanto è scesa in campo a New York per affrontare gli spagnoli. Ha incassato un poker pesantissimo e si è visto poco o nulla in fase offensiva, con Belfodil in coppia con Palacio per due terzi di gara e poi a fianco di Icardi. Ancora peggio, al di là del risultato meno gravoso (1-3) la Juventus che ha perso di fatto due volte, schierando due distinte formazioni e palesando le stesse lacune. Antonio Conte ha buoni motivi per sbottare, perché alla prova del nove ha visto una squadra svogliata i irriconoscibile. Per i campioni d’Italia c’è un record negativo in questo precampionato: è a secco di vittorie, avendo perso ai rigori nel Trofeo Tim da Milan e Sassuolo e poi contro l’Everton, con un bilancio di tre pareggi e una sconfitta. In generale, quando di fronte c’è gente che corre ed è tatticamente diligente, non solo il divario si annulla ma i valori possono ribaltarsi. E questo vale per tutte le squadre italiane impegnate in campo internazionale.