È Glenn Stromberg a ricevere il premio “Uomo di Sport 2024” del Comitato Coppa Quarenghi di San Pellegrino Terme. Numerosi i campioni dello sport che si sono radunati per festeggiare il capitano che portò l’Atalanta alla semifinale di Coppa delle Coppe nella stagione 1987-88. Oltre ad alcuni suoi ex compagni di quella squadra, che cedette soltanto al Malines, come Gianpaolo Rossi, Eligio Nicolini e Walter Bonacina, non hanno voluto mancare Zambetti, Magrin (con il figlio Michele), Orlandini, Ferreira Pinto, Pelizzoli, Finardi e Mutti. Ma anche i campioni del ciclismo come Wladimir Belli e Ivan Gotti; della canoa come Oreste Perri o del motociclismo come Oldrati.
La serata condotta dal dottor Gianpietro Salvi è filata via tra aneddoti e ricordi che Stromberg ha simpaticamente raccontato con la verve che gli è propria. Nel mentre scorrevano sul grande schermo montato in sala le immagini delle giocate di quando il campione militava nel Benfica, nell’Atalanta e nella Nazionale svedese.
A presentarlo è stato chiamato Roberto Belingheri, vicecaporedattore de L’Eco di Bergamo, che insieme a Stromberg ha curato il libro uscito una decina di anni fa: “Glenn, c’è solo un capitano”.
Belingheri in modo sintetico ha riassunto la filosofia di Glenn Stromberg: “L’uomo – ha detto Belingheri – basa la sua vita su pochi principi fondamentali: la lealtà e il rispetto del prossimo. E questi valori lo guidano nelle scelte con sicurezza e determinazione”.
Stromberg è uomo che sa ancora emozionarsi. E alla consegna del premio se ne è avuta prova, così come quando, in occasione di Atalanta-Liverpool, agli ottavi di finale di Europa League, Stromberg era in campo nelle vesti di commentatore per la televisione svedese ed è stato chiamato sotto la curva che ha inneggiato al vecchio capitano e al campione. Lì una lacrimuccia c’è scappata e ieri sera ci è mancato poco.
Ci hanno pensato gli amici presenti in sala a sdrammatizzare lasciando il loro autografo sulla maglietta stampata in suo onore. La lista dell’albo d’oro si allunga di un nome che, fa notare la figlia di Emiliano Mondonico (premiato nel 2012), Clara, è la naturale prosecuzione tra l’allenatore e il suo capitano.