Adriano Ferreira Pinto e l’elisir di lunga vita calcistica: “Ho ancora la voglia giocare di un bambino”

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di Marco Cangelli
La passione è un motore che consente di andare oltre qualsiasi limite di età. Lo sa bene Adriano Ferreira Pinto che a 44 anni ha deciso di rinnovare per il decimo anno consecutivo il proprio legame con il Ponte San Pietro.

Ferreira Pinto
La sua maglia all’Atalanta

Un amore che è sbocciato nel 2013 quando il centrocampista brasiliano aveva dovuto dire addio al Lecce dopo un’ottima stagione in Serie C, ma trovando al tempo stesso una vera e propria famiglia pronta ad accoglierlo e a trasformarlo in una bandiera da seguire.

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Ferreira Pinto
Ferreira Pinto con Andrea Quaglia

Un sodalizio che si è rinnovato qualche settimana fa e che vedrà Ferreira Pinto guidare la squadra dell’Isola Bergamasca nel campionato di Serie D con l’obiettivo di far crescere i più giovani, come i ragazzi del Ferreira Pinto Camp che ha tagliato il traguardo della settima edizione radunando decine di ragazzi sui campi del Centro Sportivo di Curno, il tutto coadiuvato dal lavoro di Andrea Quaglia e della moglie Marianna che non hanno mai fatto mancare il sostegno al calciatore carioca.

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I ragazzi della scuola calcio di Ferreira Pinto

Se il “Matteo Legler” è diventata una seconda casa, Ferreira Pinto ricorda ancora oggi con grande piacere gli anni trascorsi con la maglia dell’Atalanta che segue con grande attenzione nella sua scalata europea e che, chissà, un giorno magari incontrerà nuovamente con la maglia del Ponte.

Ferreira Pinto
Ferreira Pinto con i figli Thiago e Juan Carlos

Qualche giorno fa ha rinnovato con l’A.C. Ponte San Pietro all’età di 44 anni. Come trova le energie per poter continuare a giocare a questi livelli?
La passione che ho dentro. Ho iniziato a giocare a calcio molto tardi. Giocare a calcio e divertirmi ancora è quello che mi spinge a proseguire. Ho lo stesso fuoco dentro che avevo da bambino e, siccome durante l’ultimo campionato ho fatto bene, voglio continuare. Sarò io a dire basta quando mi vedrò completamente realizzato. Per fortuna sto ancora bene e il fisico regge“.

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Ferreira Pinto con la moglie Marianna e i figli Thiago e Juan Carlos

Questo sarà per lei il decimo anno con la maglia azzurra del Ponte. Si può dire che Ponte San Pietro sia diventata per lei ormai una seconda casa?
Per me la prima casa è stata l’Atalanta perché mi ha dato la possibilità di giocare in Serie A che è il sogno di ogni bambino e poi Ponte San Pietro perché non avrei mai pensato di fermarmi qui per dieci anni. Ho poi conosciuto il presidente Marcello Bonasio che è una persona squisita e con cui mi sono sempre trovato bene. Ciò mi ha portato ad affrontare questi dieci anni molto belli in cui ci siamo sempre salvati e abbiamo lanciato diversi giovani, per cui sono felice che mi abbia dato questa possibilità di raggiungere questo traguardo“.

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Ferreira Pinto sempre con la stessa voglia di giocare

Questo sodalizio è iniziato nel 2013 al termine della sua esperienza a Lecce. Come è entrato in contatto con il Ponte San Pietro e cosa l’ha spinta all’epoca a scendere fra i dilettanti?”
Il tutto grazie ad Andrea Quaglia che è stato anche lui un calciatore e che faceva l’allenatore delle giovanili del Ponte. L’ho incontrato a una cena a casa di Cristian Raimondi e, vista la mia situazione dopo le esperienze di Lecce e Varese, mi ha proposto di affrontare questa nuova esperienza. Con Andrea è nata poi un’amicizia che ci ha portato a realizzare il camp che è giunto alla settima edizione e che vuole trasmettere ai ragazzi la passione per questo sport che ancora mi trascina“.

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Ferreira Pinto a Ponte San Pietro ha trovato la sua seconda casa

A differenza di quanto si possa pensare, la Serie D è un campionato tutt’altro che facile, con giocatori pronti sempre a dare il massimo. Quali sono le grandi differenze rispetto alle partite di Serie A?
Chiaramente in Serie D c’è un livello tecnico inferiore rispetto a quello della Serie A non essendo dei professionisti, però i giocatori cercano di sopperire a queste lacune dando sempre il massimo di se stessi“.

Quello che è mancato nella sua carriera è probabilmente l’opportunità di giocare in Europa. Non ha il rimpianto di non essere riuscito in questo obiettivo?
Io ritengo di essere fortunato di aver potuto giocare in Serie A con l’Atalanta che negli ultimi anni ha fatto un grande salto di qualità anche grazie a Gasperini che ha saputo portare una nuova visione di gioco e che sono sicuro proseguirà su questa strada nonostante le diverse modifiche alla rosa. L’Atalanta è cambiata molto ed è riuscita ad avere la costanza di giocare spesso in Europa tanto da sfiorare la semifinale di Champions League con il Paris Saint Germain, però non ho rimpianti perché ho dovuto affrontare degli infortuni gravi e lì devo dire grazie a mia moglie Marianna e ai miei figli Thiago e Josè Carlos che mi sono sempre stati vicini e mi hanno sostenuto in quei momenti difficili“.

Guardando al prossimo anno, quali sono i suoi obiettivi con la maglia del Ponte San Pietro?
L’obiettivo è quello di centrare nuovamente la salvezza con una squadra completamente rinnovata che vede la mia conferma e quella del capitano Andrea Ruggeri con cui avrò il compito di guidare i nuovi arrivati e i ragazzi più giovani. Spero inoltre di poter andare nuovamente in doppia cifra e regalare quindi emozioni ai tifosi del Ponte“.

In conclusione cosa vuole fare da grande Adriano Ferreira Pinto?
Quando deciderò di lasciare il calcio giocato, vorrei poter diventare un bravo allenatore e proseguire in questo settore“.