Il calcio sa essere crudele. Tre settimane fa la tifoseria sognava nove vittorie consecutive per poter veder cucire sulla maglia della Dea uno scudetto tricolore. Il primo della sua storia. E, invece, siamo a registrare la terza sconfitta consecutiva: Inter, Fiorentina e oggi Lazio.
Il piano partita di Baroni è stato chiarissimo sin dall’inizio: tutti dietro la linea della palla, conquistare le seconde palle sporche e ripartire con velocità. Ormai tutte le squadre quando arrivano a Bergamo fanno così. Ed è la strategia più efficace per sterilizzare gli attaccanti dell’Atalanta.
Togliere la profondità, questo il segreto. Se porti l’Atalanta a palleggiare in orizzontale al limite dell’area con davanti loro a protezione del proprio portiere metti due linee una da cinque e una da quattro chi fa bella figura è sicuramente la squadra difendente. Per quanto riguarda l’Atalanta che si trova a ripetere sempre le stesse cose, alla fine diventa noiosa e si perde persino d’animo per non riuscire a rendersi pericolosa. Più che calci d’angolo non fa.
Di tiri in porta nella gara contro la Lazio nel primo tempo non se ne sono visti e già questo la dice lunga. Nel secondo tempo l’Atalanta ha iniziato con un piglio un po’ diverso, mettendo un po’ di velocità nelle sue giocate on Lookman prima e Retegui poi si sono fatti pericolosi.
Ma al 54’ l’Atalanta prende il più banale e ridicolo dei gol. Da un lancio lungo del portiere Hien (ancora lui: due errori sono valsi due sconfitte che potevano essere almeno due pareggi) si trova con la posizione del corpo sbagliata rispetto a Dele-Bashiru, nel mentre Kolasinac si scontra con il compagno e cade a terra lasciando Isaksen solo a ricevere la spizzata e a battere Carnesecchi.
Tutto vero. Un rilancio del portiere, una spiazzata del centravanti, e la palla arriva Isaksen tutto solo (sic).
Il resto è la solita girandola di giocatori dalla panchina, con anche un pasticcio sui nomi e sui tempi. Anche questa volta chi è subentrato non è stato efficace. Maldini a nostro modo di vedere non è un centravanti e fa fatica a trovare i movimenti giusti. Sembra più efficace se gioca sulla fascia, ma lì c’è sovrabbondanza di materiale.
Il dato che più preoccupa è quello di Ederson. Lui che di solito macina chilometri, mai sotto i dieci, ieri non figura nemmeno tra i primi cinque nerazzurri che hanno corso di più. Per fare un esempio De Roon ha coperto dodici chilometri.
E un altro dato, ma questo si ripete da un bel po’ di tempo, e che coincide con le prestazioni opache dell’Atatalanta sono i chilometri percorsi complessivamente. Tra Atalanta e Lazio la differenza è apparsa notevole: i nerazzurri hanno corso 117 km. mentre i celesti 124. Sette chilometri di differenza non sono poca cosa. Il dato della corsa è sempre stata la prerogativa di questa squara. Ora non lo è più.
L’Atalanta con questa terza sconfitta ha di fatto dilapidato il tesoretto che aveva stivato con le undici vittorie consecutive. Se domani sera il Bologna dovesse vincere, l’Atalanta lascerà anche la terza posizione.
È come se dopo la sconfitta contro l’Inter (schiacciante per differenza di valori, più che di risultato) abbia dato la consapevolezza all’Atalanta di non poter competere per lo scudetto. E già fuori dalla Champions e dalla Coppa Italia è come se a questa squadra si fosse spento l’interruttore. Urge al più presto che qualcuno (Gasperini o chi per lui) riesca a rimotivare il gruppo per tornare ai fasti della parte centrale di stagione e finire il campionato con orgoglio.
ATALANTA-LAZIO 0-1
Reti: 54′ Isaksen.
Atalanta: Carnesecchi 6.3, Djimsiti 6.6, Hien 6.6, Kolašinac 6.3, Bellanova 7, De Roon 6.4, Éderson 6.1 (78′ Brescianini 6), Zappacosta 7.6, Cuadrado 5.9 (58′ De Ketelaere 6.2), Retegui 5.8 (75′ Maldini 6.2), Lookman 5.8 (75′ Samardžić 6.2). A disposizione: Rui Patrício, Rossi, Sulemana, Pašalić, Ruggeri. Allenatore: Gian Piero Gasperini 6.33.
Lazio: Mandas 7.6, Lazzari 7, Gigot 7 (69′ Provstgaard 6.1), Gila 7.9, Tavares 6.3 (35′ Pellegrini 6.8), Belahyane MVP 7.9, Rovella 7.3, Tchaouna 6.2 (46′ Isaksen 7), Dele-Bashiru 7.3, Zaccagni 6.9 (69′ Noslin 6.3), Dia 6.7 (84′ Vecino 6.2). A disposizione: Furlanetto, Provedel, Pedro, Castellanos, Hysaj, Basic, Marusic. Allenatore: Marco Baroni 6.90.
Arbitro: Daniele Chiffi della sezione di Padova; IV ufficiale Livio Marinelli della sezione di Tivoli; V.A.R. Aleandro Di Paolo della sezione di Avezzano.