C’è una voglia matta di mettere le mani sulla Coppa Italia. Lo si capisce da come Gian Piero Gasperini e Scamacca guardano il trofeo posto davanti a loro sul tavolo della conferenza stampa.
Questa è la sera del redde rationem. Non c’è altro tempo. È il momento di fare i conti e alla fine del tempo a disposizione (180 minuti più eventuali rigori in caso di pareggio) si saprà chi fra Atalanta e Juventus metterà in bacheca questa luccicante coppa.
Per l’allenatore e i giocatori nerazzurri è un’occasione unica poter giocare, nel giro di pochi giorni, finale di Coppa Italia, finale di Europa League e accesso alla Champions per la prossima stagione. Il rischio è che alla fine si rimanga con un pugno di mosche in mano. Ma quando il piatto è così ricco ciò che diventa determinante è la testa. Servirà l’approccio giusto e una concentrazione fuori del comune. Soprattutto per chi, come l’Atalanta, non è abituata a questa situazione. Sul versante opposto c’è una Juventus che dal 2012 a oggi di finali ne ha giocate venti. E sulla panchina siede un allenatore che ha già vinto alcuni titoli con squadre blasonate.
Il percorso di avvicinamento a questa gara ha fatto crescere moltissimo il livello della squadra bergamasca che, fino a metà campionato, dava l’impressione di poter vivere una stagione interlocutoria. E invece ha avuto una accelerazione impressionante. Nel percorso di Coppa Italia ha vinto su Milan e Fiorentina in modo lampante. In Europa League ha battuto squadre del calibro di Sporting Lisbona, Liverpool e Marsiglia con una superiorità schiacciante. Tanto da portarla a questa gara contro la Juventus da favorita. E questo è un pericolo per la mente dei giocatori.
L’abbiamo detto più volte: se l’applicazione del gioco che abbiamo visto nelle partite citate ha funzionato, non si vede perché non debba funzionare anche con la Juve questa sera. L’unico neo è la mancanza di Scamacca, che in questo periodo è in piena forma. Gasperini si dovrà inventare qualcosa là davanti (le soluzioni non manano) e ritroveremo il centravanti più riposato per la finale del 22 maggio a Dublino contro il Leverkusen.
Ora, però, c’è da concentrarsi su questa finale da disputare con gli occhi della tigre e la giusta aggressività per imbrigliare le zebre juventine.