Questa Atalanta ha un grosso problema di testa. Dopo Gasperini è come se abbia mollato. Si è svuotata di un decennio di allenamenti e partite tiratissime e forsennate. Ha raggiunto limiti impensabili prima. Ora prima con Juric e adesso con Palladino succedono le stesse cose. Distrazione, mancanza di furore, errori tecnici, cali di concentrazione, difficoltà a trovare la via della rete.
Che sia Sassuolo in casa o Hellas Verona (incontrato da ultimo in classifica) non va in campo l’Atalanta, va in campo la presunzione. Presunzione di essere più forti, presunzione di giocare in Champions, presunzione di arrivare da tre vittorie consecutive. E se Palladino non se n’è accorto negli allenamenti, significa che quell’intensità che lui chiede anche durante la settimana probabilmente è a basso tasso di applicazione.
Dopo una serie positiva, quando ti aspetti che sia ripartita. Ecco di nuovo la caduta. Immagino che anche i Percassi stiano facendo una riflessione seria su quanto stia accadendo. Non era forse meglio cambiare allenatore (scelta obbligata) e tanti altri giocatori? Portare aria fresca, gioventù e ripartire con fame?
Oggi però la situazione è questa. La rosa c’è, è profonda e competitiva. Per ritrovare l’Atalanta serve uno sforzo psicologico. E Palladino trovi le chiavi per rimettere in moto questa continuità che da inizio campionato viene meno ogni tre per due. È vero che con i tre punti se perdi due partite e ne vinci una è come averne pareggiate tre. Ma qui serve una lunga striscia di vittorie. La Roma dell’anno scorso insegna.
Palladino ribadisce che non crede nel turn over, ma così facendo non si capisce se tiene sulla corda chi va in panchina e allo stesso tempo inconsciamente rilassa i titolari. Da sottolineare l’uscita dal campo di ieri di Charles De Ketelaere. Non si era mai visto un atteggiamento del genere. Un’arrabbiatura per una partita che non gli ha permesso di vincere un duello o di spingere oltre la linea bianca la palla per fare gol anche se da due passi. L’atteggiamento potrebbe avere un significato positivo se visto con gli occhi di chi “castiga” se stesso per non aver dato il giusto apporto alla squadra, ma potrebbe avere un significato negativo per il troppo nervosismo mostrato che qualcuno può aver letto come critica nei confronti dell’allenatore. Il tempo ci dirà di più.
Martedì l’Atalanta è chiamata a un impegno solenne: torna la Champions e a Bergamo arriva il Chelsea. Auguri. Per favore fateci scendere da questo ottovolante e mandateci in orbita.













