Un tiro, con un solo tiro (costruito bene non c’è che dire), ma con un solo tiro il Torino la porta a casa senza sconfitta. Un piano tattico, quello di Vanoli, molto umile. Per affrontare questa Atalanta ha chiesto ai suoi giocatori sacrificio e coraggio. In campo, però, si è visto solo tanto sacrificio.
A fine gara Vanoli l’ha detto con molta onestà: “Ho dovuto mettermi a cinque dietro perché contro questa Atalanta non abbiamo la forza di giocare a quattro”. Ma più che giocare a cinque dietro, il Torino ha giocato con tutti gli effettivi sempre dietro la linea della palla. La loro bravura è stata quella di tenere la linea sempre molto alta e di non commettere disattenzioni.
L’atteggiamento del Toro ha costretto l’Atalanta ad andare sempre per vie orizzontali. Raramente il Toro si è portato il nemico in area e quelle volte che è successo, sono accadute cose: un fallo di mano non rilevato; un rigore; un gol annullato e un gol realizzato da Djimsiti di testa che ha finalizzato di prepotenza un angolo calciato da Bellanova.
Gasperini è contento della prestazione dei suoi: “Abbiamo fatto una prestazione super. Raramente si vede una partita dove l’avversario è ridotto ai minimi termini e produce pochissimo. Loro hanno sfruttato il nostro unico errore di posizione sulla punizione”.
Novità di giornata è l’inserimento dal primo minuto di Brescianini, in appoggio a De Ketelaere e a Retegui. Per la verità, però, non si è capito l’interpretazione del suo ruolo. È lui in fase di ripiegamento che procura il calcio di punizione al limite dell’area che permette al Torino di trovare il pareggio con un colpo di testa, che ha sorpreso la difesa nerazzurra, di Maripan.
Erano trascorsi solo tre minuti dal gol del momentaneo vantaggio dell’Atalanta. Poi è stato solo un monologo atalantino con il Torino che già nel primo tempo ha sempre cercato di perdere tempo in modo addirittura antisportivo.
Molto meglio l’Atalanta nel secondo tempo con gli ingressi di Cuadrado, Pasalic e Samardzic. L’episodio clou accade al 73’: Retegui si procura il rigore tra le mille proteste dei granata che circondano Piccinini e perdono valangate di tempo. Finalmente si tira, ma Milinkovic-Savic prima finta di buttarsi a destra, Retegui abbocca e poi si butta a sinistra parando il tiro dell’attaccante nerazzurro. Una cosa simile, ma sul fronte opposto l’aveva già fatto all’andata quando aveva parato il rigore a Pasalic. Se a Torino è venuto meno il punto del possibile pari, qui si è vista sfumare la vittoria. Totale: 3 punti svaniti.
Da lì in poi non c’è più stata partita, anche perché il portiere granata ha furbescamente provocato la i tifosi della Nord alle sue spalle e la partita si è innervosita, e si è giocato senza più trovare quella lucidità nelle giocate. Quando senti che il tempo sta per andarsene subentra sempre un po’ di frenesia.
Milinkovic-Savic è sicuramente una risorsa importante per il Torino, perché quando deve rinviare ha un piede educato che riesce a pescare i compagni con lanci di 40-50 metri. Va riconosciuto che la squadra granata quando si è portata in attacco non si è mai fatto prendere da folate in contropiede, perché sempre ben posizionato.
A fine gara l’Atalanta si ritrova a leccarsi le ferite. Tante e dolorose. Un gol annullato dal Var (e qui Gasperini non le ha mandate a dire: “Oggi l’arbitro non era quello in campo. Ha deciso Pezzuto da Lissone senza chiamare Piccinini al monitor“); un rigore fallito da Retegui (peccato), un gol subito ancora una volta su punizione che è sembrata la fotocopia di quello subito più o meno dal Barcellona e tre infortuni seri: Carnesecchi si è fatto male a Barcellona sull’ultimo rinvio e in partita è stato sostituito da Rui Patricio; Kolasinac, già uscito malconcio a Barcellona, ha alzato bandiera bianca dopo mezz’ora, sostituito da Toloi. Ma l’infortunio che non ti aspetti è quello di Scamacca. È entrato all’85’ e dopo un solo minuto ha subito una distrazione al quadricipite.
E ora? Gasperini con senso realistico sa che questi giocatori non li avrà a disposizione nell’immediato. Qui si gioca ogni tre giorni e ogni gara è di una importanza notevole. L’Atalanta in questo momento si trova priva di Kossounou, Scalvini, Lookman, Scamacca, Kolasinac, Carnesecchi e Zappacosta (ieri influenzato).
Hien con molta saggezza non si dice preoccupato vedendo Inter e Napoli che si allontanano: “Noi vogliamo sempre migliorare. Abbiamo fatto una buona partita, ma non abbiamo fatto abbastanza per vincere. Vogliamo sempre fare il massimo, ma il calcio è così e non sempre ti riesce di vincere”.
Atalanta-Torino 1-1
Reti: 35’ Djimsiti; 40’ Maripan.
Atalanta: Rui Patricio 6.2; Djimsiti 7.9, Hien 7, Kolasinac 6.4 (30’ Toloi 6.4); Bellanova 7.6, De Roon 6.9, Ederson 6.6, Ruggeri 6.5 (57’ Cuadrado 7.5); Brescianini 6.4 (57’ Samardzic 6.6), De Ketelaere 6.6 (57’ Pasalic 6.5), Retegui 6.4 (85’ Scamacca 6.2). All. Gasperini 6.73.
Torino: Milinkovi-Savic MVP 8.5; Lazaro 7 (85’ Masina 6.2), Pedersen 6 (46’ Walukiewicz 6.2), Maripan 7.6, Coco 6.3, Sosa 6.7; Vlasic 6.8, Ricci 6.2, Tameze 6.2 (76’ Gineitis 6.3), Karamoh 6.2 (63’ Alieu Njie 6.3), Adams 6.2 (63’ Sanabria 6). All. Vanoli 6.54.
Arbitro: Marco Piccinini; IV ufficiale Daniele Perenzoni; Var Ivano Pezzuto.