Tutti arruolati (eccetto i due infortunati Bakker e Scalvini) i nerazzurri di Palladino. Ora tocca al mister. Ci sono due interrogativi che incombono sulla gara che aspetta l’Atalanta domani in Germania contro l’Eintracht di Francoforte. Il primo riguarda come reagirà emotivamente Palladino al suo esordio in Champions. L’aspetto psicologico che ci preme di più è sapere quanto il suo stato emotivo influirà sulle scelte della squadra che manderà in campo. Perché è proprio qui che sta il punto critico emerso a Napoli.
È apparso chiaro a tutti che Palladino ha iniziato dalla situazione più basica sia nel modulo che nella scelta degli uomini messi in campo. Ha scelto di non giocare con il centravanti (anche perché quello visto in Nazionale, vale a dire Scamacca, non è che abbia fatto sfracelli), quindi ha optato per la scelta più facile da fare. Poi il campo ha detto il contrario. Palladino ha toccato con mano come la squadra sia apparsa demotivata. A parte Marsiglia sono tante le gare in cui l’Atalanta ha sbagliato l’approccio alla gara. Napoli ne è stato l’ultimo esempio.
Ora Palladino ha avuto qualche giorno in più (non tanti) per poter incidere sulle sue idee, sull’applicazione del suo gioco e per poter scegliere qualcosa di diverso.
Francoforte sarà anche l’occasione per capire lo stato reale dal punto di vista atletico di questa squadra. Perché se abbiamo capito che c’è un problema psicologico (qualcosa non funziona dentro lo spogliatoio?), il fatto di correre sempre così meno degli avversari fa pensare che forse i metodi di preparazione atletica vanno cambiati. Un conto è dire in conferenza stampa, come ha fatto Palladino, “ringrazio Juric per aver lasciato una squadra ben preparata”, un conto la realtà e se si va a guardare il primo tempo di Napoli la realtà direbbe esattamente il contrario di quanto riferito come atto di cortesia verso il suo predecessore.
Questi due spunti sono più che sufficienti per capire se in queste poche settimane Palladino si è fatto un’idea chiara del materiale umano a sua disposizione e su chi puntare.
Il mantra di questi giorni di Palladino è intensità. Lui vuol più intensità. Aggredire i portatori di palla, soprattutto una volta che la si perde. Ma intensità non significa perdere di vista l’equilibrio complessivo della squadra che si deve muovree come un metronomo e non sguarnire come si è fatto a Napoli, soprattutto in occasione del primo gol, trequarti di campo alle spalle senza che nessuno riesca a recuperare. Quindi all’intensità, va aggiunta l’attenzione. Se Juric era apparso troppo prudente, adesso non è che Palladino deve risultare troppo sfrontato.
Prepariamoci a una bella battaglia, in quanto l’arbitro è un inglese e sappiamo come arbitrano da quelle parti. Moine e cadute urlate a terra non verranno facilmente tollerate.
Sono 24 i calciatori convocati da mister Raffaele Palladino per Eintracht Francoforte-Atalanta, gara della 5ª giornata della League Phase della UEFA Champions League 2025/26 in programma alle ore 21 al Waldstadion di Francoforte: Ahanor Honest (69); Bellanova Raoul (16); Bernasconi Lorenzo (47); Brescianini Marco (44); Carnesecchi Marco (29); De Ketelaere Charles (17); De Roon Marten (15); Djimsiti Berat (19); Éderson (13); Hien Isak (4); Kolašinac Sead (23); Kossounou Odilon (3); Krstović Nikola (90); Lookman Ademola (11); Maldini Daniel (70); Musah Yunus (6); Pašalić Mario (8); Rossi Francesco (31); Samardžić Lazar (10); Scamacca Gianluca (9); Sportiello Marco (57); Sulemana Kamaldeen (7); Zalewski Nicola (59); Zappacosta Davide (77).
L’edizione scorsa l’Atalanta centrò i playoff di Champions per l’accesso agli ottavi con 11 punti. Rimase fuori dalla qualificazione diretta per un solo punto. Di punti l’Atalanta dopo quattro giornate ne ha collezionati 7. Una vittoria a Francoforte la porterebbe a quota 10 con tre partite da disputare. Un obiettivo così vicino e così ghiotto che chiunque vada in campo dovrà mangiare l’erba pur di conquistare il dovuto. Buona fortuna.













