Ecco i punti deboli dello Spezia di Semplici

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La stagione dei liguri non è stata sinora entusiasmante: alla 22.a giornata con 19 punti, si è trovata al quart’ultimo posto con soli 2 punti di margine sul Verona terz’ultimo. La proprietà ha deciso che a pagare per questo andamento negativo è mister Luca Gotti, chiamando in sua sostituzione Leonardo Semplici. La situazione, però, non è migliorata e alla 32.a giornata lo Spezia si ritrova appaiata con 27 punti al Verona, al terz’ultimo posto.

FASE DI POSSESSO
Costruzione
– Lo Spezia utilizza due tipi di costruzione, a seconda della pressione portata dagli avversari. Date le caratteristiche del suo centravanti, la squadra ligure ha la possibilità di optare per una costruzione diretta alla ricerca di Nzola (bravo nelle sponde verso i compagni e nell’attaccare la profondità), a cui spesso viene chiesto di smarcarsi preventivamente.

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Semplici ha scelto di alternare a questa opportunità, la ricerca di una costruzione a 3 dal basso, con uno dei centrocampisti (maggiormente Ekdal) che si abbassa sulla linea dei due difensori centrali.

Sviluppo – In fase di sviluppo il centrocampo è discretamente dinamico: si passa spesso da una linea a 2 (Bourabia-Ekdal) più un vertice alto (Agudelo), a un reparto a 3 con uno tra Ekdal e Bourabia vertice basso. Quest’ultima situazione che accade la maggior parte delle volte quando lo Spezia si trova nella trequarti di centrocampo, fa quindi della scambiabilità dei ruoli e della dinamicità le caratteristiche principali della fase di sviluppo della squadra ligure.

Lateralità offensiva – Il tecnico toscano ha scelto di utilizzare frequentemente le catene laterali, sia perché è un principio di gioco che predilige, ma probabilmente anche per cercare di sfruttare una superiorità numerica sulle corsie esterne. Sulla fascia sinistra, al capitano Gyasi si sovrappone il terzino Reca, e vanno in aiuto uno tra Agudelo e Ekdal o entrambi. Sulla destra, invece, si viene a formare un triangolo costituito da Verde, Bourabia e Amian.

Rifinitura – Mister Semplici conta molto sulla tecnica di giocatori come Agudelo, Verde o Maldini e probabilmente la zona di rifinitura è quella che maggiormente può mettere in mostra le qualità di questi giocatori.

Finalizzazione – Una buona prestazione offensiva dei liguri è frutto di una ricerca di svariati modi di finalizzare l’azione. Si è visto cercare le sovrapposizioni dei terzini sulle fasce di competenza, che poi vanno a finalizzare con un cross o un rasoterra alla ricerca del centravanti.

Data la qualità tecnica di capitan Gyasi e di Verde, lo Spezia prova spesso a superare la linea difensiva avversaria con degli uno contro uno.

FASE DI NON POSSESSO

Prima azione difensiva – Lo Spezia sceglie di attuare una prima pressione coprendo le linee di passaggio avversarie riuscendo a volte a limitare in questo modo l’uscita palla al piede dell’avversario. In qualche occasione il reparto offensivo è chiamato ail pressing in avanti perché la squadra ha bisogno di essere più in fiducia e di riuscire a giocare più corta.

Centrocampo difensivo – La maggior parte delle volte il centrocampo in fase difensiva si schiera a 3, con Agudelo e Bourabia al fianco di Ekdal (leggermente più arretrato), mentre sulle corsie laterali danno una mano Gyasi e Verde.

In altre situazioni si nota come lo Spezia preferisca lasciare Verde accanto a Nzola pronti per una possibile ripartenza, e in quel caso il reparto di centrocampo si schiera a 4, con Gyasi e Bourabia sugli esterni e Agudelo-Ekdal coppia centrale.

Lateralità difensive – Data l’ottima qualità sulle corsie esterne degli avversari, lo Spezia evita di concedere l’uno contro uno a un esterno pericoloso: ecco che ad aiutare Amian in marcatura raddoppia Bourabia, o a volte Verde. Stessa cosa sull’altra corsia, dove il terzino Reca trova l’appoggio in Gyasi o in uno tra Ekdal e Agudelo.

Comportamento della linea difensiva – L’impatto di Semplici è stato chiaro subito dal primo minuto: è necessario ritrovare compattezza difensiva dato il numero elevato di gol subiti dai liguri prima del suo arrivo in panchina.

Il comportamento della linea difensiva, schierata a 4, è chiaro: cercare di mantenere una linea stretta con diagonali corte, evitando di concedere la profondità agli attaccanti molto veloci.

FASE DI TRANSIZIONE
Transizione offensiva
– Nel momento in cui ritorna in possesso di palla, lo Spezia verticalizza immediatamente alla ricerca di Nzola che nel frattempo ha il compito di smarcarsi preventivamente, esempio di transizione offensiva.

Transizione difensiva – Appena perso il controllo del possesso, la squadra ligure prova a recuperare palla immediatamente se si trova con molti giocatori in zona palla e soprattutto se si trova nella trequarti difensiva degli avversari.

Più frequentemente invece decide di riposizionarsi dietro, evitando le possibili ripartenze fulminee dell’avversario, con i due centrali difensivi che tendono a rimanere fissi in copertura preventiva.

PUNTI DI FORZA – Buona velocità nel capovolgere l’azione da difensiva in offensiva.
Tanta presenza sulle fasce, sia in fase di possesso che in fase di non possesso.

PUNTI DI DEBOLEZZA – Difesa molto battuta e diverse disattenzioni di reparto.
Poca precisione nell’ultimo passaggio. Poca cattiveria sulle seconde palle. (Flavio Leanza, Match Analyst associato AIAPC)