Emilio Troiano svela tutti i segreti della preparazione atletica dell’Atalanta

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Nella rete succede di intercettare qualche perla rara. Preziosissima. Mi sono imbattuto casualmente in una trasmissione di Giovanni Armanini, caporedattore di Onefootball, che sul proprio canale Youtube, ogni sabato mattina, realizza una diretta. Quella di cui andiamo a parlare è stata fatta con un personaggio, molto interessante, Emilio Troiano, della WTA Academy, preparatore atletico professionista. Troiano vive a Funchal Madeira, in Portogallo, nella casa di Cristiano Ronaldo. Per inquadrare il personaggio, Troiano nel 2009 ha creato una scuola di formazione nell’ambito della preparazione atletica. Svolge il suo lavoro in Europa. Solo in Italia gestisce più di 30 palestre.
Con lui, Armanini, ha messo a tema l’Atalanta, una squadra che sta stupendo tutti per capacità di corsa, intensità e risultati ottenuti in Italia e in Europa con continuità in questi ultimi quattro-cinque anni. E, soprattutto, risalta il basso tasso di infortuni rispetto alla media delle squadre del campionato di Serie A.

Emilio Troiano

Emilio Troiano può parlare dell’Atalanta a ragion veduta perché qualche anno fa è stato chiamato per una consulenza quando, nella costruzione del nuovo impianto sportivo di Zingonia, si è trattato di attrezzare la palestra per i giocatori. Troiano dal 2018 ha curato l’apertura del centro sportivo di Zingonia ed è stata l’occasione per conoscere da vicino lo staff dei preparatori atletici e lo staff medico. Rapporti che ha mantenuto fino alla stagione scorsa.

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La palestra del Centro sportivo di Zingonia

E allora dottor Troiano, qual è l’ingrediente segreto che ha permesso il cambio di passo all’Atalanta? In molti pensano che tutte le squadre di calcio professionistiche facciano una uguale preparazione atletica. Ma non è così.
Spiega Troiano: “Il calcio moderno vuole che le squadre abbiamo una dose elevata di intensità, da svolgersi per tutto l’arco della partita, e allo stesso tempo avere il massimo della prevenzione degli infortuni per i propri atleti. Come succede alle squadre inglesi e tedesche. L’Atalanta è stata la prima squadra in Italia a percorrere questa strada. Ora molti stanno prendendo l’Atalanta a modello. Ma sono ancora molte le società che affidano il loro lavoro a staff medici e preparatori atletici che portano sul campo conoscenze della vecchia scuola, sistemi di lavoro e protocolli ormai superati. Basta vedere quando le squadre italiane incontrano squadre inglesi o tedesche, ueste ultime in campo appaiono più veloci, più agili, più reattive per tutto il corso della partita.
Il successo dell’Atalanta – spiega ancora Troiano – è innanzitutto associato al lavoro di Gasperini che negli anni ha portato un metodo di lavoro con continuità e che ha dato i suoi frutti. Gasperini ha portato a Bergamo il suo preparatore atletico che già aveva al Crotone e quello che aveva al Genoa. Si è portato due uomini di fiducia che lo hanno seguito fino a oggi e che hanno impostato un certo tipo di lavoro. Poi è arrivato il danese Jens Bangsbo, già preparatore della Juve ai tempi di Lippi e Capello (entrambi vincitori di uno scudetto). Bangsbo è uno dei promotori dell’alta intensità in campo. E se vuoi avere un’alta intensità in campo anche gli allenamenti devono essere svolti ad alta intensità, che non significa essere veloce quando muovi la palla. Ma significa come ci si allena per sapersi muovere in campo ad alta intensità e durare per tutti i 90’. L’Atalanta non solo ha espresso un’alta intensità, ma ha avuto anche il minor numero di infortuni fra tutte le squadre di Serie A”.
Proponiamo alla vostra attenzione una tabella che mostra le statistiche degli infortuni, espresse in assenze dei calciatori per infortuni degli ultimi tre anni il giorno della partita. Il lavoro è stato realizzato da Marco Giovannelli della WTA Functionaltraining.com, un team di raccolta e studio dei vari casi di infortuni di tutte le squadre professionistiche.


Dalla tabella si evince che la stagione migliore dell’Atalanta è stata quella del 2019-2020. In quella stagione l’Atalanta è arrivata terza in campionato e uscita ai quarti di Champions League battuta dal Paris S. Germain. Ed è la stagione in cui ha disputato più partite di tutte le altre squadre. La statistica dice che ha avuto solo 34 assenze per infortuni. Per confronto il Cagliari ne ha avute 171, la Roma 159, la Juve 139. Una grande differenza. Viene smentito da questa tabella il fatto che se più giochi più rischi di avere infortuni.
La stagione 2020-2021 l’Atalanta ha avuto 91 assenze totali, la Roma 202.
“L’Atalanta ha veramente fatto un lavoro straordinario – sottolinea Troiano -. Quest’anno però si riscontra una moria. Siamo a più di 70 assenze per infortuni con ancora un sacco di partite da disputare. È chiaro che è cambiato qualcosa. Perché l’Atalanta esprime lo stesso livello di intensità, quindi mantiene i suoi soliti standard, ma è cambiato l’impatto sulla prevenzione degli infortuni. L’intensità che serve al calciatore in campo è la capacità di eseguire tutti i movimenti che fa in campo ad alta velocità. Il calcio è uno sport di velocità associato alla resistenza. Il calciatore si deve allenare per permettere di esprimere la sua intensità in campo. Occorre saper incrementare i livelli di forza neuromuscolare dell’atleta. Per fare un esempio banale: la forza neuromuscolare sono i cavalli del motore di una macchina. Meglio sai usare i tuoi muscoli, che saranno poi forti, più sarai in grado di esprimere potenza. Se ti alleni solo con la palla sarai bravo nel gesto tecnico specifico, ma la potenza la raggiungi con un lavoro di preparazione atletica. Se si gioca ogni tre giorni ci si deve allenare in modo efficace per quello che serve”.

Quali strategie occorrono per evitare gli infortuni?
“La prevenzione degli infortuni passa dalla mobilità articolare – spiega Troiano -. Che vuol dire lavorare su tutte le articolazioni, soprattutto sui due fulcri fondamentali: le anche e il cingolo scapolare. Le anche controllano gli arti inferiori, il cingolo scapolare quelli superiori. Il calciatore quando si muove in campo non deve mai perdere il controllo delle proprie articolazioni. Accelerazione, decelerazione, cambi di direzione, contrasti, sprint vengono eseguiti con un’alta frequenza di variazione di intensità. Se si ha un’anca bloccata, per esempio, in un dato movimento, il peso si scarica solo sulle ginocchia e aumenta il rischio infortuni ai legamenti. Sono dinamiche biomeccaniche legate al movimento.
“Inoltre ogni atleta ha una struttura fisica sua propria, una predisposizione genetica e una struttura ormonale differente da tutti i suoi compagni di squadra. Con tutte queste diversità è impossibile fornire un programma uguale per tutti. È importante conoscere anche la capacità di recupero degli atleti che è dovuto alla sua struttura ormonale. Dalle sue fibre muscolari. Chi ha fibre bianche è più potente. Chi ha fibre rosse è più resistente. Sono tutti elementi da valutare giocatore per giocatore insieme alla mobilità articolare. Quindi serve un programma personale che esalti la sua struttura nell’arco dell’anno e colmare gli eventuali deficit”.
Trovare squadre che esprimono una bassa intensità o squadre che annoverano un numero elevato di infortuni – è la conclusione del discorso – è sintomo che gli staff stanno lavorando in modo diverso le une dalle altre. È solo una questione di metodo. E questo spiega anche perché i giocatori che passano dall’Atalanta ad altre squadre, spesso si infortunano. Perché viene meno la componente della prevenzione infortuni. È stato cambiato il metodo di lavoro a cui erano abituati.

Giovanni Armanini

Se qualcuno vuole ascoltare la trasmissione di Giovanni Armanini linkiamo il suo canale youtube.