ATALANTA: Gasperini. È all’Atalanta dal 2016 e ha saputo trasformare la mentalità di una società che lottava per la permanenza in categoria e che alternava stagioni tra Serie A e Serie B, in una società capace di ottenere la qualificazione in Champions League, tre finali di Coppa Italia, con l’ultimo capolavoro della vittoria della Europa League. E quest’anno ha già ottenuto la conferma in rosa di De Ketelaere (riscattato) e l’arrivo di Zaniolo. Chissà cosa inventerà l’artigiano nerazzurro. Di sicuro sarà una nuova stagione brillante con già il primo grande appuntamento il 14 agosto, quando disputerà la SuperCoppa internazionale a Varsavia contro il Real Madrid.
BOLOGNA: Italiano. Dopo una bella esperienza vissuta a Firenze con due finali di Conference League e una finale di Coppa Italia, Italiano ha deciso che il ciclo fiorentino si sia esaurito e ha voluto cambiare aria. È approdato a Bologna, ricevendo una pesante eredità. Ripetere quanto fatto da Thiago Motta la stagione scorsa non sarà facile, ma avrà l’opportunità e la grande occasione di potersi giocare la Champions. In fase di presentazione Italiano ha sottolineato che “dal punto di vista dello sviluppo del gioco e della proposta il mio gioco assomiglia a quello di Thiago Motta. Entrambi cerchiamo di sviluppare il gioco da dietro, coinvolgendo i difensori, mentre le punte devono lavorare per tutta la squadra e segnare“.
CAGLIARI: Nicola. È l’allenatore delle salvezze-miracolo. In questi ultimi anni è sempre stato chiamato a campionato in corsa e ha salvato le squadre che ha allenato con delle rincorse disperate, ma ottenendo l’obiettivo prefissato. L’ultima è stata quella con l’Empoli. Quest’anno ha deciso di partire con una nuova squadra e con un nuovo progetto e ha scelto di allenare a Cagliari.
COMO: Fabregas. Il campione catalano era approdato a Como come giocatore e ne è diventato, invece, l’allenatore. E l’anno scorso ha ottenuto una incredibile promozione in Serie A. Con il suo carisma e la sua carriera sta convincendo molti campioni a venire a giocare nel Como per disputare il maggior campionato italiano. È alla sua primissima esperienza in categoria.
EMPOLI: D’Aversa. Lo spiacevole fatto della testata contro Henry, che gli era costata la panchina del Lecce e qualche giornata di squalifica, che dovrà scontare sulla nuova panchina, D’Aversa ritrova la felicità di poter allenare una squadra di Serie A. Quando Nicola ha deciso di andare al Cagliari, l’Empoli ha chiamato D’Aversa, ricordando quanto di buono aveva costruito con il Lecce che soltanto quel brutto episodio disciplinare ha potuto rovinare. Avrà tutto il tempo per rifarsi e dimostrare il suo valore.
FIORENTINA: Palladino. Sostituire Italiano per la Fiorentina non è stato facile. La ricerca di un profilo che potesse coniugare il recente passato con un ambizioso futuro ha portato alla scelta di Palladino, giovane allenatore emergente, che a Monza ha inanellato un biennio straordinario, portando i brianzoli alle soglie dell’Europa. Palladino fa parte di quella schiera di giovani allenatori che stanno portando novità interessanti al calcio italiano.
GENOA: Gilardino. Subentrato a Blessin nel 2022, Gilardino ha ottenuto per ogni stagione sino ad oggi la conferma costruita con i risultati, che tenterà di ripetere anche quest’anno.
HELLAS VERONA. Paolo Zanetti. Baroni ha salvato il Verona dimostrando di poterlo fare con una squadra completamente rifatta a gennaio, quando il suo presidente Setti aveva venduto tutti i pezzi migliori. Ma Baroni è riuscito in una impresa non facile, tanto è vero che è stato cooptato dalla Lazio. Al suo posto arriva Paolo Zanetti che l’anno scorso, con l’Empoli, ha dovuto alzare bandiera bianca molto presto perché i risultati non arrivavano. Quest’anno gli si è presentata un’altra chance, che vorrà sfruttare cercando di non commettere gli errori del passato che, più che nel gioco, forse, sono dovuti alla gestione della rosa.
INTER: Simone Inzaghi. Di Simone Inzaghi c’è poco da dire. L’anno scorso ha stravinto il campionato e la Supercoppa italiana. Ma questo, a una società vincente come l’Inter, non basta. L’asticella si va alzando e Inzaghi tenterà di mettere il sigillo non solo facendo il bis per lo scudetto, quanto poter arrivare in fondo e vincere la Champions. I giocatori non mancano e le idee calcistiche neppure.
JUVENTUS: Thiago Motta. Dopo il bellissimo risultato ottenuto con il Bologna, che ha portato addirittura in Champions League e rendendo felice una città che non otteneva risultati calcistici di questo livello da non so quanti anni, Thiago Motta abbandona la sua creatura appena costruita. Qualcuno, con una battuta che dà l’idea dice che il suo è stato un “abbandono di minore”. Ora però ha fatto il grande salto ed è passato nientemeno che alla Juventus, dove sta dettando la linea sui giocatori, che Giuntoli gli sta mettendo a disposizione nella maniera più totale possibile. La Juve arriva da un periodo non molto felice, soprattutto sotto l’aspetto del gioco (Allegri è stato molto criticato per questo) e tutto l’ambiente bianconero spera in una rinascita firmata Thiago Motta.
LAZIO: Baroni. Il croato Tudor, dopo aver risollevato la parte finale del campionato della Lazio è entrato subito in rotta di collisione con Lotito e ha lasciato il club. Così la società ha virato su Baroni, sperando che il nuovo allenatore sappia ripetere lo stesso miracolo fatto a Verona. Ma nel calcio le equazioni non esistono. Sarà il campo a dire come andrà.
LECCE: Gotti. Quando Gotti è subentrato a D’Aversa, dopo il fattaccio che è costata a quest’ultimo la squalifica con relativo esonero, Gotti ha firmato un contratto con rinnovo automatico in caso di salvezza. Il Lecce si è salvato e Gotti siede di nuovo sulla panchina giallorossa. Gotti è uomo di poche parole. Lascia parlare i fatti. Viene precedentemente anche da una buona esperienza vissuta a Udine e i mezzi tecnici non gli mancano.
MILAN: Fonseca. Il Milan ha deciso che il ciclo di Pioli fosse finito. Arrivare secondi a una squadra come il Milan non basta. Partecipare alla Champions neppure, tanto è vero che la prima cosa che ha fatto Ibrahimovic alla presentazione del neo allenatore rossonero, Fonseca, è stata quella di portarlo a vedere la teca con tutti i trofei vinti dal Milan. E Fonseca, in sede di presentazione ha sottolineato: “Sono orgoglioso di essere il nuovo allenatore del Milan e lavorerò per onorare questo club e la sua grande storia. Insieme vogliamo eccellere e scrivere un nuovo capitolo di successi che speriamo di celebrare con i nostri straordinari tifosi”.
MONZA: Nesta. Galliani ha un debole per il Milan e i giocatori che l’hanno reso grande durante la presidenza Berlusconi. Dopo Palladino il Monza chi poteva prendere? Galliani si è fatto venire l’idea di far debuttare Nesta. «Al di là dei rapporti – ha detto Galliani -, lo abbiamo scelto in una lista di allenatori perché aveva i dati più simili a quelli del Monza di Palladino». E Nesta di rimando die: «È la prima volta in Serie A da allenatore. Lavorare con Galliani è un piacere e una responsabilità. Visto che ci conosciamo, la responsabilità è doppia». E sarà doppia anche ripetere i risultati ottenuti da Palladino. Una vera scommessa.
NAPOLI: Conte. Il Napoli ha buttato a mare un’intera stagione. Dopo la grande ubriacatura della vittoria tricolore con Spalletti, la scorsa stagione è stata a dir poco fallimentare, con frequenti cambi di allenatori. De Laurentiis non ci ha capito molto e ha rovinato parecchio. I giocatori scontenti hanno pensato bene a un certo punto di cambiare aria. Poi il presidente degli azzurri ha ritrovato la rotta dove poter portare la squadra di nuovo ai vertici del calcio italiano ed è ricorso a Conte. Di Conte si conoscono i meriti, il carattere, il modo di lavorare e il modo di stare in campo. Di sicuro vedremo un Napoli che lotterà per vincere in ogni situazione possibile.
PARMA: Pecchia. Il Parma è tornato in Serie A. Dopo l’era Tanzi ha subito un tracollo societario che è stato difficile ricostruire. Ora è tornato ai vertici del calcio italiano dopo aver vinto meritatamente il campionato cadetto. Pecchia siede sulla panchina e anche lui si dovrà misurare con la nuova categoria. Vedremo che squadra il Parma riuscirà a costruire e come Pecchia riuscirà a districarsi quando dovrà incontrare i pesi massimi del campionato.
ROMA: De Rossi. De Rossi ha riportato il gioco del calcio all’interno della Roma. È un concetto espresso da Gasperini in una conferenza stampa post Atalanta-Roma. De Rossi ha dimostrato di portare idee innovative, di adattarsi ai giocatori che ha e di cambiare tattica, anche a partita in corso, guardando e studiando gli avversari. È una squadra che deve essere ringiovanita con innesti di valore. La Roma può permettersi un’altra stagione interlocutoria?
TORINO: Vanoli. Juric se n’è andato un po’ deluso dai comportamenti che l’ambiente Torino gli ha riservato, tifosi compresi. E Cairo ha chiamato a sedersi sulla panchina del Toro Vanoli, l’uomo che ha portato il Venezia in Serie A. Un’altra scommessa da vincere.
UDINESE: Runjaic. L’Udinese è la società delle grandi sorprese. Da una decina d’anni presenta giocatori che va a scovare in capo al mondo, quasi sempre sconosciuti, giovani di valore e crea plusvalenze a non finire. Questa volta la sorpresa principale ce la regala con la scelta dell’allenatore. L’Udinese ha rinunciato a Cannavaro e improvvisamente ha annunciato che sulla panchina siederà Runjaic, che ha costruito la sua carriera da calciatore e da allenatore in Germania. L’ultima squadra che ha allenato, dopo il Kaiserslautern è stato il Legia di Varsavia dove il club polaco si è distinto soprattutto in Conferenze League.
VENEZIA: Di Francesco. Di Francesco arriva da alcune stagioni sfortunate, contrassegnate da retrocessioni o esoneri. Quella con il Frosinone è arrivata all’ultima giornata, dopo che aveva costruito un percorso, soprattutto nel girone di andata, dove veleggiava al centro della classifica esprimendo un bel calcio. L’uscita di scena è stata abbastanza drammatica tra le lacrime per questo incredibile epilogo. Ma Di Francesco ha un’altra opportunità, salvare il Venezia appena salito in Serie A.