L’Atalanta al Vélodrome di Marsiglia dovrà correre parecchio e non farsi condizionare dal tifo

Si gioca questa sera, alle ore 21. Diretta televisiva Sky e Dazn.

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Ha funzionato con il Liverpool, ha funzionato con la Fiorentina, non vedo perché non debba funzionare anche con il Marsiglia. Il gioco a pressing alto e asfissiante dell’Atalanta potrebbe mettere in difficoltà anche i francesi. In più ci mettiamo la corsa. Questa sera occorre correre alla disperata, più veloci che si può e per più tempo possibile. Dopotutto siamo al Velodrome. Lo dice persino Samir Nasri, un ex giocatore del Marsiglia: “Sono un po’ meno fiducioso per il Marsiglia rispetto al PSG. Il cuore è con loro e penso che dovremo fare la differenza nella gara d’andata, un po’ come abbiamo fatto contro il Villarreal. L’Atalanta forse non ha un nome che fa sognare, ma è una squadra molto forte in Italia. L’allenatore Gian Piero Gasperini, che è lì da anni, chiede alla sua squadra di correre molto: conosciamo i problemi fisici dei marsigliesi in questo momento, ci sono molti infortunati, ma mi preoccuperei anche se recuperassero tutti”.

E se aggiungiamo anche le parole dell’allenatore dell’OM, Jean-Louis Gasset: “Ho l’impressione che non sia solo un club, ma un’intera città a giocare una semifinale europea. Questo è quello che sento. È un club sì, ma è anche un’intera città. E tra le quattro semifinaliste è la più forte“.

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Quindi l’Atalanta in Francia è conosciuta e temuta. Non deve deludere le aspettative, anche se poi sarà il campo a decidere chi delle due (tra andata e ritorno) guadagnerà la finale.

I francesi non partono certamente battuti. La consapevolezza di poter giocare tutte le loro carte ce l’hanno. “Ci sono tanti buoni giocatori nel settore giovanile – dice sempre Gassete ne utilizzeremo alcuni da qui a fine stagione. Le cinque sconfitte consecutive prima della vittoria ai quarti di finale contro il Benfica includevano partite contro Villarreal e Benfica, ma quando giochi una doppia sfida l’unica cosa che conta è qualificarsi“.

Di contro Gasperini, nicchia sui complimenti. Li accetta, ma sa che sono dei trappoloni mortali. “L’unica cosa che chiedo – ha sottolineato il mister nerazzurro – e che avevo già detto ai ragazzi prima della gara di Liverpool, è di entrare in questo stadio e fare una bella partita di calcio”. Essere apprezzati per il calcio che si esprime è un gran merito per un allenatore e se di conseguenza (come spesso capita) arriva anche la vittoria tanto meglio.
Di tifosi al Velodrome ce ne saranno 60 mila, tre mila di questi (più o meno) saranno atalantini e sicuramente si faranno sentire, sempre che la squadra di Bergamo riesca a zittire con i gol i marsigliesi.

E, infine, tutti sperano in una sbornia gigantesca. Riuscire a pensare: 15 maggio finale di Coppa Italia contro la Juventus; 22 maggio finale di Europa League contro la vincente tra Leverkusen e Roma, è roba da vertigini. Ma di questo ci dovremo abituare perché l’Atalanta è ormai una squadra consolidata che mira a obiettivi sempre più alti.

È bastato vedere come Pasalic ha risposto alla domanda se uno stadio con tifo avverso può condizionare il comportamento dei giocatori nerazzurri in campo: “Noi siamo abituati. Anche con le nostre Nazionali”. Ecco, è tutta gente dal pedigrée internazionale.