Vittoria doveva essere e vittoria è stata. L’Atalanta dà continuità di risultati alle gare di campionato e piano piano risale la classifica, che adesso si fa più interessante.
Sulla torta del 117° compleanno si sono messe due belle candeline che hanno illuminato la gara. La prima è di Pasalic, che al 7’ ha trovato il suo 50° gol personale, diventando così il miglior realizzatore croato di Serie A. “La cosa mi rende molto orgoglioso, pensando a quanti bravi giocatori croati sono passati per la Serie A. Quando sono arrivato in Italia – dice Pasalic – non immaginavo da centrocampista di poter fare così tanti gol”. E non è ancora finita.
La seconda è un autentico gioiello. Retegui firma il suo ottavo gol in otto partite con uno splendido pallonetto. È vero che è stato favorito da un errore di Lovobka, ma tutto il resto è frutto del suo sacco.
La partita ha vissuto di strappi anche se il predominio del possesso palla dell’Atalanta è stato netto (58% contro 42%). Dopo una partenza piuttosto brillante, l’Atalanta è andata un po’ calando lasciando che il Venezia si rendesse pericoloso a tratti.
Soltanto la differenza qualitativa delle due squadre ha permesso all’Atalanta di tenere una superiorità tecnico-tattica. Il risultato non è mai stato messo in discussione, in quanto i nerazzurri hanno creato diverse opportunità. Al 12’ con De Ketelaere che calcia molto bene e Stankovic para. Al 29’ Lookman colpisce una clamorosa traversa a portiere battuto. Al 31’ una punizione ben studiata porta De Ketelaere al tiro con uno schema che lascia interdetti i veneziani, ma il tiro va fuori di poco. Al 41’ Retegui calcia a incrociare con la palla che esce sfiorando il palo.
Nel frattempo, però, anche il Venezia ha avuto le sue chances. Al 20’ Lookman perde una palla sanguinosa e Zampano si fa pericoloso con Carnesecchi che sventa in angolo.
Oristanio vive i suoi momenti di gloria. È il più pimpante dei suoi e mette spesso in difficoltà la difesa atalantina. Si va al riposo sull’1-0, ma si capisce che non basta per non rischiare un Como-2.
Gasperini apporta subito alcuni accorgimenti. Fuori Lookman e dentro Cuadrado. Il mister della Dea ha visto che il nigeriano faticava a rientrare. Bravo negli spunti in attacco, ma in quel frangente serviva più legame di squadra, cosa che con Cuadrado è andato meglio. Anche perché la fascia sinistra è stata rinforzata dall’innesto di Ruggeri, messo alle spalle di Zappacosta. Fuori Hien con Djimsiti a occupare il posto da centrale.
L’Atalanta nella ripresa, così, come nel primo tempo trova il gol quasi subito. Ci pensa Retegui, come detto, con una perla di gran classe. Da lì in poi è stata una gara più di controllo e di contenimento che di accanimento alla ricerca del terzo gol.
L’Atalanta ha contrastato i tentativi dei lagunari. Di Francesco ha tentato di riaprirla inserendo le sue pedine, mentre Gasperini ha operato i cambi con un duplice obiettivo: il primo è stato quello di preservare alcuni giocatori che mercoledì serviranno nella gara di Champions contro il Celtic, e in secondo luogo perché deve dare un po’ di minuti ai nuovi che hanno bisogno di trovare la giusta condizione come Zaniolo o di inserirsi nei meccanismi come Sulemana.
A fine gara Gasperini ha sottolineato come quest’oggi siano mancati “un po’ di qualità e brillantezza. Siamo stati più solidi che belli. Potevamo fare meglio sul piano tecnico. Siamo stati attenti e concentrati e non abbiamo concesso molto al Venezia”.