L’entusiasmo dell’Atalanta si infrange sul muro del Celtic

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L’entusiasmo è alle stelle. I tifosi accolgono l’Atalanta di Champions con una sciarpata commovente e un canto infinito. Poi il fischio d’inizio rende tutti realisti. In Champions nulla è facile.

Il Celtic sta molto alto e riparte con le ali velocissime. I nerazzurri devono prendere le misure, ma l’aria si fa subito increspata di cattivi presentimenti. Piove, ma non è che poi alla fine ci sarà la doccia scozzese?

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Lookman al 9’ riesce a far subito ammonire Johnston, ma lui concluderà la sua gara senza nulla temere. Prima che l’Atalanta inizi la sua sinfonia è Kühn a spaventare l’Atalanta. E poi anche Engels con un cross che si abbassa improvvisamente e va a sfiorare l’incrocio dei pali lontano da Carnesecchi.

L’Atalanta pian piano comincia a montare la sua alta marea, ma deve stare accorta perché i biancoverdi palleggiano in modo egregio, trovano sempre l’uomo libero e bucano al centro con McGregor.

I difensori nerazzurri prendono a loro volta le misure e cominciano a salire. È il momento di andare in gol. Pasalic è l’uomo che ha sulla testa e tra i piedi le azioni più ghiotte. La più bella si stampa sulla traversa. È il 18’. Al 25’ uno scambio Lookman-Zappacosta-Pasalic con quest’ultimo che arriva bene al tiro, ma la palla si ferma tra le gambe del portierone scozzese. Al 27’ è Zappacosta a sparare alle stelle. La cosa si ripete anche al 38’.

L’Atalanta capisce che è il momento di insistere e lo fa con continuità. Al 45’ è Retegui a sfiorare il gol con un gran colpo di testa ma Schmeichel para.

Si va così al riposo sul risultato di 0-0. Tante occasioni, ma le polveri rimangono bagnate. A inizio ripresa il Celtic cambia atteggiamento. Si mette con una doppia linea a difendere lasciando all’Atalanta il compito di rompere il fronte.

Quella scozzese è una partita di applicazione, concentrazione, sofferenza, ma anche di qualità nelle entrate, nel palleggio e qualche volta per alleggerire tenta l’allungo in campo aperto. Tentativi rivelatisi sterili.

L’Atalanta domina il gioco, il possesso palla, porta continuamente gli attacchi verso la porta scozzese. Ma ogni tentativo si infrange sulla difesa implacabile e impeccabile. Gasperini tenta il tutto per tutto e alla fine inserisce tutte le bocche di fuoco che ha: da Samardzic a De Ketelaere, da Zaniolo a Cuadrado e Ruggeri. Tutti a spingere con venti giocatori radunati tra la trequarti e l’area piccola del Celtic. Ma alla fine, niente. Il gol non è arrivato.

Atalanta
La sciarpata della Nord (Foto di Alberto Mariani)

Gasperini a fine gara dirà: “È mancato solo il gol. Abbiamo avuto grande continuità e concentrazione. Nel primo tempo abbiamo esagerato con i cross, quando potevamo entrare di più in area con le catene. Nel secondo tempo abbiamo fatto il contrario. Loro si sono difesi con energia e noi non gli abbiamo concesso loro i contropiedi veloci. Un pareggio che dobbiamo accettare”.

La prestazione c’è stata. I 99 attacchi e i 23 tiri in porta sono lì a dimostrarlo. Ora la classifica dice che con 5 punti, se si vuole passare agli ottavi, bisogna assolutamente andare a fare punti in trasferta e la prossima gara sarà contro lo Stoccarda di El Bilal Touré.